Barzanti (Pci): "Solo noi difendiamo i lavoratori"

No al ticket sanità e al bollo sulla prima auto

Marco Barzanti

Marco Barzanti

Firenze, 18 settembre 2020 - Tornano la falce e il martello, il vecchio Partito comunista italiano (Pci) risorge con il suo storico simbolo in queste elezioni regionali e ha come candidato a governatore della Toscana Marco Barzanti, che ha chiuso la campagna elettorale ovviamente a Livorno, dove il Pci nacque nel 1921.

Barzanti è di Massa Marittima (Grosseto), ha 51 anni, due figli, è figlio di genitori comunisti, ha fatto l’assessore a Grosseto nel 2006 prima di rompere con la giunta targata Ds e Margherita. Il suo programma si richiama a ideali e valori perduti di «una sinistra che è svanita, tradita dal Pd che non difende più le classi lavoratrici e ha cancellato, per chi se lo fosse dimenticato, l’articolo 18 che difendeva chi lavora dai licenziamenti. Se questa destra razzista e xenofoba è cresciuta anche in Toscana – dice Barzanti – la colpa è della sinistra che non ha fatto la sinistra, che ha abdicato al proprio ruolo, ai suoi ideali, vestendo, come ha fatto il Pd, i panni del neoliberismo».

Ecco i punti più importanti del programma del Pci di Barzanti: la sanità deve essere solo pubblica, stop all’intramoenia, cancellare il ticket sanitario per chi ha meno di 30mila euro di reddito, eliminare il bollo sulla prima auto. E ancora: dare contratti stabili a tempo indeterminato ai precari, nella sanità e in tutti i settori, investire sulla scuola pubblica, per l’ambiente vietare la realizzazione di inceneritori e basta con la cessione all’esterno di servizi pubblici.

«Dopo 30 anni – sottolinea Barzanti – riportiamo il simbolo storico del Pci sulla scheda elettorale con una nostra lista, rimettendo al centro della politica i lavoratori, i diritti, i valori, gli ideali. Noi vogliamo difendere loro perché non li difende più nessuno. Ed è l’ora di finirla con questo inganno del voto utile – aggiunge – C’è sempre qualche buon motivo, per il Pd, per chiedere il voto a chi dal Pd non è stato ascoltato e non verrà mai ascoltato. Non c’è differenza, in verità, tra Giani e la Ceccardi. Entrambi esprimono una visione della società che è di destra».

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