No al crocifisso nell'aula del consiglio regionale, ma è polemica

Respinta mozione della lega, spaccatura nel Pd con cinque astenuti

Il consiglio regionale

Il consiglio regionale

Firenze, 8 giugno 2016 - Il consiglio regionale della Toscana ha respinto una mozione della Lega Nord per mettere il crocifisso nell'aula consiliare.

Il documento, presentato dal consigliere Marco Casucci, ha registrato il voto contrario del Pd, ad eccezione di 4 consiglieri democratici e del presidente dell'Assemblea toscana Eugenio Giani che si è astenuto motivando la propria decisione per il fatto che, dopo le polemiche dei mesi scorsi sulla presenza del crocifisso nei luoghi pubblici, ha scelto di collocarne uno nella propria stanza.

Astenuto anche il gruppo M5s, mentre Sì Toscana ha votato contro. Favorevoli invece, oltre alla Lega, anche tutti gli altri rappresentanti del centrodestra.

"Il crocifisso - ha commentato Casucci - è un patrimonio civile di tutti gli italiani, poiché è chiaramente il segno dell'identità cristiana del nostro Paese e anche dell'Europa. Un simbolo culturale, dunque, oltre che religioso, e quindi ho ritenuto giusto proporre all'aula consiliare di poter collocare un crocifisso".

Secondo Casucci, "la votazione sulla mozione ha visto una significativa spaccatura in seno al Pd, considerato che cinque qualificati esponenti del Partito democratico si sono astenuti, andando così controcorrente rispetto agli altri consiglieri che si sono, viceversa, opposti alla mia iniziativa".

Secondo i consiglieri di Sì Toscana a sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori (capogruppo) "la Lega Nord ha proposto oggi una mozione per apporre il crocifisso nell'aula del Consiglio regionale, 'quale simbolo universale dei valori di libertà, uguaglianza e tolleranzà. Come se non fosse già l'istituzione consiliare stessa, al di là di ogni appartenenza religiosa, a farsi garante di questi principi! Sembra una proposta inaccettabile da parte di una maggioranza che si dice di centrosinistra, ma così non è. E tra i consiglieri scoppia un'inaspettata confusione".

Secondo Sarti "solo la laicità delle istituzioni garantisce la tutela e il rispetto delle varie religioni".

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