Giuseppe Conte, premier 'fiorentino'. L’ultima chiamata da prof: "Come faranno i ragazzi?"

Gli allievi del corso di Diritto Privato: "Siamo contenti per lui, ma dispiaciuti per noi, che dovremo fare a meno delle sue illuminanti lezioni"

Giuseppe Conte (Ansa)

Giuseppe Conte (Ansa)

Firenze, 22 maggio 2018 -  «Mi raccomando, vigila sull’attività didattica del mio corso». Forse l’ultima telefonata da prof da parte del più che probabile presidente del consiglio Giuseppe Conte è stata fatta alla collega e amica Patrizia Giunti, direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche. Ieri mattina, il telefono della professoressa è squillato proprio mentre era con i giornalisti. «Il professore si preoccupa per i suoi alunni», sorride Giunti. «Pensate – aggiunge, – che il suo grande timore era che la comprensibile fibrillazione di queste ore compromettesse la regolarità della didattica». Adesso, se davvero il docente si trasferirà a Palazzo Chigi, per lui si aprirà un periodo di congedo dall’attività accademica. «E questo non potrà che dispiacergli, perché è attaccatissimo ai ragazzi», non ha nessun dubbio Giunti.

«E’ un docente  – aggiunge, – che sa ben contemperare l’informalità con quel necessario senso di autorevolezza che un professore deve avere». Conte insegna Diritto privato 1 e 2. Una materia impegnativa, che rappresenta il primo vero scoglio delle matricole di Giurisprudenza. Ma nonostante il carico didattico e la mole di libri da studiare, è amatissimo dai suoi allievi. «E’ un ottimo docente. Quando ho letto il suo curriculum sono rimasto a bocca aperta», racconta Gianluigi.

«Il suo corso – prosegue, – è iniziato i primi di marzo. Conte è una persona di grande livello, che sa appassionare i propri alunni. Le sue lezioni, pur se molto impegnative, scorrono bene perché lui, da bravo avvocato, ci fa di continuo esempi pratici. Insomma, fin dal primo momento ci ha fatto appassionare alla sua materia». Pugliese di nascita, romano d’adozione, Conte sta a Firenze da mercoledì a venerdì. Sempre impeccabile con giacca e cravatta, non si separa mai dal suo MacBook. Se dal 1998, ovvero da quando ha iniziato a fare il ricercatore proprio nel nostro Ateneo, ha sempre fatto il pendolare con Roma, da un paio di anni Conte – diventato nel frattempo ordinario dieci anni fa, – ha preso casa a Firenze. Un pied à terre in centro per consentirgli di fare una vita un pochino meno frenetica. Grandissimo tifoso della Roma («Ogni tanto a lezione gli scappa una battuta», racconta un’allieva), viene descritto come «alla mano, simpatico, sempre disponibile coi ragazzi».

Nemmeno una velata critica? «A volte è un po’ ritardatario. Ad ogni modo è sempre presente. E, quando è costretto a mancare per via di impegni irrinunciabili, ci avverte per tempo», proseguono i suoi ragazzi. Un ritratto che combacia perfettamente con quello della professoressa Giunti: «Il tratto distintivo della sua persona è la generosità umana, oltre che professionale. Una caratteristica che, considerato il suo nuovo importante ruolo, non potrà che giocare a favore suo e di tutti noi». 

«E’ una persona  molto umile, preparatissima e stimata da tutti – dice un ragazzo che si è laureato con lui –. Sempre cordiale, le sue lezioni sono coinvolgenti e mai banali». Quindi è la persona giusta per prendere in mano le redini del Paese? «Sicuramente – dicono i suoi allievi –. Siamo contenti per lui, ma dispiaciuti per noi, che dovremo fare a meno delle sue illuminanti lezioni». Politicamente, aggiungono, «Conte non si era mai sbilanciato». «Abbiamo saputo della sua vicinanza al M5S solo quando è stato proposto come ministro». 

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