Firenze, 12 ottobre 2011 - "Bersani è il leader del Pd? Lo diranno le primarie". La provocazione arriva dal sindaco-rottamatore Matteo Renzi, ospite di Radio 24 per parlare della convention della Leopolda dal 28 al 30 ottobre.  "Il Pd deve fare un giochino particolare che si chiama primarie - ha aggiunto Renzi, che alla Leopolda promette un "big bang" -. Deve consentire a dirigenti, militanti, simpatizzanti di scegliere un candidato con idee e il Pd sarà pronto alle elezioni nella misura in cui farà queste benedette primarie. Primarie che devono essere aperte, si potrà votare Bersani o Vendola o una ragazza di trent'anni".


Renzi non ha voluto rivelare se sarà in corsa tra i candidati: "Io ho sempre detto la stessa cosa: uno della nuova generazione alle primarie ci dev'essere per forza per le cose che diremo alla Leopolda: la privatizzazione della Rai, la riorganizzazione del lavoro secondo il modello della flex-security di Ichino, la riforma delle pensioni sennò noi giovani le pensioni le vediamo col binocolo, il dimezzamento dei parlamentari, l'abolizione delle Province. Questo è il menu. Chi sarà lo chef, cioè il candidato? Lo vedremo. Io ho sempre detto che ho un impegno con Firenze da assolvere, ma sarà una scelta condivisa coi ragazzi della Leopolda".

 


Renzi ha invitato di nuovo al rinnovamento della classe dirigente: "Ci vorrebbe un big bang non per il Pd ma per la politica italiana. Basta leggere anche oggi i giornali: la stanchezza e la nausea rischiano di sopraffarci.
Vedremo di annunciare un modo per tenere insieme quelli che vincendo la rassegnazione, lo schifo, il disgusto vorranno mettersi in gioco".  A D'Alema che ha detto di attendersi anche delle buone proposte dalla convention della Leopolda, Renzi ha replicato: "Io non ho niente di personale con lui, è uno dei leader di questo ventennio, ha avuto grandi responsabilità nel partito e nelle istituzioni. Ma quando una classe politica finisce il proprio compito è giusto che lasci spazio ad altri".

 


D'Alema rappresenta "quella generazione contro la quale noi stiamo lealmente combattendo. La regola nel Pd, mai rispettata, è che dopo tre mandati parlamentari devi dare spazio ad altri. Ci sono le deroghe? Un Paese fondato sulle deroghe dove vuole andare? Fondiamo un Paese sulle regole, non sulle deroghe. Dicono che con questa regola in America non sarebbe restato in Parlamento per 40 anni Ted Kennedy. Ma da noi non c'e' Ted Kennedy, bensi' questi filosofi contemporanei come Scilipoti. Poi chissà perché i parlamentari si candidano nei comuni e perdono, non prendono neanche il voto dei parenti. Se si candidano in condominio il voto va al loro vicino di pianerottolo".

 


Infine una battuta: Meglio lo scudetto alla Fiorentina o andare al Governo? "Lo scudetto non l'ho mai visto, al governo in qualche momento ci siamo stati. Rispondo da paraculo: spero di andare al governo insieme allo
scudetto della Fiorentina, ma mi rendo conto di essere stato con questa risposta il più triste politichese della storia".