"Creare? E’ come vivere". Il grande show di Balestra

Percorso espositivo alla Fondazione Zeffirelli di piazza San Firenze Lo stilista insieme alle figlie: 300 pezzi tra bozzetti, disegni e abiti

Renato Balestra con due dei suoi modeli iconici esposti nella "Celebluation"

Renato Balestra con due dei suoi modeli iconici esposti nella "Celebluation"

Firenze, 13 gennaio 2020 - Le modelle indossano abiti da sera bellissimi. Sono quelli di Renato Balestra in mostra alla Fondazione Zeffirelli fino al 2 febbraio per l’esposizione antologica sull’opera «magna» del grande couturier intitolata «Celeblueation» in omaggio a quel blu che è diventato il colore iconico della maison romana. Nato a Trieste 92 anni fa Renato Balestra è sempre giovane nell’animo, ironico, simpatico, arguto, un gentiluomo che ha fatto dell’alta moda la passione grande della sua vita. «Siamo felici e onorati di questa esposizione – dice Pippo Zeffirelli, figlio del regista e presidente della Fondazione Zeffirelli –. Renato è stato un amico carissimo del Maestro negli anni splendidi della vita. Si sono frequentati a Roma e a Positano, hanno lavorato insieme per alcuni spettacoli d’opera e teatrali, Balestra è un artista che ha vestito milioni di donne con il suo genio e la sua cultura che ha esportato nel mondo». 

A portare il saluto di Firenze a Renato Balestra è stata Maria Federica Giuliani, vice presidente del Consiglio Comunale, che ha ricordato come arte, musica e stile siano al centro di questa esposizione. Accompagnato dalle due figlie Federica e Fabiana Balestra e dalla nipote Sofia, ecco Renato che sorride felice di questo ritorno fiorentino, proprio lui che qui in anni lontani ha sfilato la sua prima collezione alla Sala Bianca. «Eravamo giovanissimi io e Valentino e pieni di paura ed emozione per quel debutto a Firenze – racconta Balestra – ma io mi emoziono sempre come allora. Non sono cambiato.  Sono felice di essere oggi qui alla Fondazione Zeffirelli, Franco era un artista ma soprattutto un uomo di valore. La nostra è stata una bella e lunga amicizia e non so ancora perchè mi scelse per gli abiti di alcuni suoi spettacoli». Per Balestra «parlare con lui da amico era come leggere un libro, un’esperienza vertiginosa», e la memoria va indietro nel tempo, felicemente. In mostra i suoi primi bozzetti, maestoso esempio di bravura e di senso del tempo che viviamo, poi nella Sala della Musica ecco i 32 abiti da sogno, esposti su manichini ma vivi e vibranti per modelli, colori, ricami. Impossibile non farsi conquistare dai cinque pezzi Blu Balestra sui quali spicca il primo abito, corto e con una rosa all’orlo. Poi i neri intarsiati di jais e di pizzo, l’abito di orchidee che ricorda quello coi fiori veri creato per la regina di Tailandia, le sottovesti d’oro e l’incanto dello chiffon bianco.   

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