Un palazzo del Quattrocento da oggi custodisce l'archivio di Gucci

Palazzo Settimanni è stata la prima fabbrica di Gucci a Firenze aperta nel 1953, e ora torna a rivivere nel suo nuovo progetto appunto come Casa dell'Archivio della maison

L'archivio Gucci

L'archivio Gucci

Firenze, 1 luglio 2021 - Un palazzo del Quattrocento in Oltrarno, in via delle Caldaie, cuore dell'alto artigianato fiorentino, ripristinato ai suoi fasti e non soltanto restaurato. Perché questo palazzo che si chiama Settimanni da oggi custodisce l'Archivio di Gucci, un universo di bellezza e di eleganza per tutti i prodotti di lusso che hanno fatto la storia del brand.

Per questo Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, non vuol sentir parlare di restauro ma di ripristino. Perché non si è trattato solo di riportare affreschi e pavimenti allo splendore ma riscoprire e svelare una anima fondamentale del brand che è presieduto da Marco Bizzarri e che appartiene al Gruppo Kering. Ed è giusto così perché Palazzo Settimanni è stata la prima fabbrica di Gucci a Firenze aperta nel 1953, e ora torna a rivivere nel suo nuovo progetto appunto come Casa dell'Archivio della maison.

Per l'apertura la data non è stata scelta a caso perchè omaggio non solo a Firenze ma anche alla sua principale fiera, in occasione di Pitti Uomo 100 ma soprattutto come nuova occasione per celebrare (dopo il nuovo allestimento al Gucci Garden Galleria) i 100 anni del marchio fondato da Guccio Gucci nel 1921.  Nel palazzo che ha origini dal 1400 ci sono 2800 metri quadri con tutto l'archivio dell'azienda per ogni settore produttivo, diviso su 5 piani complessivi, ma piatto forte sui primi due divisi tra esposizione e conservazione, per un totale di circa 40.000 pezzi.

“Il mio compito era quello di riportare a casa molti oggetti, come se li avessimo aiutati a tornare in famiglia. In un luogo dove apparentemente si conserva il passato, ma che in realtà è un ponte con il contemporaneo. Un palazzo antico è una cosa viva. Come la moda.” , dice Alessandro Michele. Apertura con visite e cockail per festeggiare questo svelamento tanto atteso, in quell'Oltrarno operoso e artigiano che tanti maestri ha dato negli anni a Gucci. E Alessandro Michele lo sa e lo vuole rimarcare. Perché il saper fare e la manifattura è una ricchezza unica, specie per un'azienda del lusso.Nel tempo questo luogo è stato fabbrica, laboratorio e showroom. Oggi racconta la sua storia e quella delle borse e degli abiti e degli accessori che raccontano un mito di stile e di bellezza. In un dialogo tra passato, presente e futuro che servirà da fonte di ispirazione e di studio per i talenti creativi di Gucci che per ora solo loro lo potranno vedere e consultare. Il luogo si chiama anche Gucci Education, e serve a formare i dipendenti del brand. Incantano le esposizioni dentro grandi teche di valige vintage, oggetti d'argento, mocassini e mazze da golf, bracciali e bicchieri, foulard e occhiali, e le borse del mito, la Jackie, la Bamboo e la Morse.

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