Emilio Pucci, la riscossa del brand. Il futuro è Camille Miceli: "Ce la faremo"

Firenze, parla la nuova direttrice artistica della maison che ora ha sede a Milano

Camille Miceli

Camille Miceli

Firenze, 20 novembre 2021 - “Pucci è la casa della gioia, del print, del lifestyle e rappresenta tutto il bello dell’Italia”, dice Camille Miceli nominata da Bernard Arnault  nuova direttrice artistica della maison Emilio Pucci dopo il passaggio delle quote societarie al 100% al Gruppo LVMH.

E’ la prima volta che questa cinquantenne piena di creatività e charme prende la parola in pubblico e poi a Firenze dove il brand è stato fondato nel dopoguerra dal Marchese Emilio Pucci e dalla sua scomparsa portato avanti con amore e impegno dalla figlia Laudomia Pucci Castellano.

Ora tocca a Camille, un passato di lavoro in Louis Vuitton e Dior, partita con le pubbluche relazioni da Chanel e approdata nel mondo del lusso dalla parte della gioielleria, risvegliare il brand Emilio Pucci che da alcuni anni non ha più sede a Firenze ma si è completamente trasferito a Milano, studio stilistico incluso.

“Vedrete ce la faremo, basta aspettare un po’”, dice la Miceli dal palco dell’Odeon dove ieri si è svolta convention SHOE ME, dove per ME si intende Mestieri d’eccellenza, che l’ha vista intervenire anche lei sulla necessità di tutelare la manualità nel senso più moderno della tradizione. Con lei sul palco anche Mirko Bottai, print designer da Pucci da 18 anni.

“Chi va piano va sano e va lontano”, scherza Camille raccontando questi primi mesi nella maison delle coloratissime fantasie del Marchese “a Mirko ho dato per incarico di rendere l’imperfezione la perfezione. Vedrete tutto nel settembre 2022. E voi giovani - rivolta al giovani studenti dell’Istituto Mestieri dell’Eccellenza di LVMH che ha sede alla Manifattura Tabacchi - per cortesia andate ancora più avanti di noi”.

Camille Miceli ha ringraziato Bernard Arnault e la figlia Delphine per la fiducia che le hanno dato nominandola creative director di Emilio Pucci. “Quando lavori per marchi come Louis Vuitton e Dior ha enormi chance per lavorare coi migliori artigiani. Questa cultura va difesa. E ora arrivare da Pucci per me è una chance enorme”

Ecco le tappe della sua carriera: prima nelle relazione pubbliche di Chanel, poi communication director di Louis Vuitton, nel 2009 è arrivata da Dior couture come director for fashion jewellery and creative consultant for leathergoods per poi rientrare nel 2014 da Vuitton come direttore creativo per gli accessori (responsabile delle linee gioielli, occhiali e piccola pelletteria).

Ora, a 50 anni, è la prima donna, oltre alla figlia del Marchese Laudomia Pucci che si è sempre occupata oltre che di stile anche di immagine per la maison e ha creato un favoloro Archivio che ha sede a Granaiolo in campagna alle porte di Firenze, a prendere le redini di Emilio Pucci (prima di lei si erano succeduti Julio Espada, Christian Lacroix, Matthew Williamson, Peter Dundas e Massimo Giorgetti).

Ed è stata scelta anche per la sua visione strategica e la sua esperienza nel mondo accessory, il più potente cavallo di battaglia commerciale dei brand luxury.Secondo il New York Times però, non è solo l’occhio per il prodotto di Camille Miceli ad aver convinto LVMH a metterla per la prima volta a capo di un brand.

Il suo stile personale, magnetico e nonchalante, e il suo carisma l’avrebbero resa la musa ispiratrice di molti designer incontrati durante la carriera; inclusi Marc Jacobs, John Galliano e Nicolas Ghesquière.

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