Carlo Conti in versione babbo: "Mio figlio Matteo viene prima di tutto"

Il conduttore fiorentino torna al timone della nuova edizione de La Corrida dal 22 marzo

Carlo Conti (Ansa)

Carlo Conti (Ansa)

Firenze, 9 marzo 2019 – Il fiorentino Carlo Conti fa il babbo a tempo pieno aspettando di tornare in tv. Dal 22 marzo il conduttore nato nella città del Giglio torna al timone del programma televisivo La Corrida 2019, programma inventato da Corrado e che Conti ha riportato sul piccolo schermo l’anno passato in occasione dei 50 anni dalla prima edizione radiofonica. Oltre all’impegno con la nuova edizione dei ‘Dilettanti allo sbaraglio’, il fiorentino sarà il presentatore dei David di Donatello (in onda il 27 marzo su Raiuno).

Al momento, però, il conduttore si gode la famiglia, la moglie Francesca Vaccaro e il primogenito Matteo. E proprio del figlio, nato l’8 febbraio 2014, il fiorentino parla in una lunga intervista sul magazine ‘Oggi’. “Fino a sette-otto anni fa, nella mia classifica c’ero io, poi veniva il lavoro, poi il resto. Ora, in cima a tutto c’è mio figlio, seguito dalla mia famiglia, poi arrivo io e solo dopo il lavoro.

Non rimpiango di averlo avuto tardi: a 30-40 anni ero molto preso da me, non avrei saputo fare il padre come lo sto facendo” dice Conti. L’ex speaker radiofonico confessa anche l’emozione che prova ogni volta che il figlio lo chiama ‘babbo’. “È una parola che non ho mai detto in vita mia, perché il mio babbo è mancato quando avevo 18 mesi, ora è quella che sento dire di più: Matteo mi chiama settemila volte al giorno. Sto recuperando il rapporto con quella parola che nell'infanzia mi è mancata” ammette il conduttore grande tifoso della Fiorentina. E per quando riguarda il lavoro, Conti si tiene fuori dalle polemiche sui rapporti tra Rai e politica.

“Faccio il giullare, il varietà, quindi anche se cambiano i governi e ci sono polemiche, dal mio punto di vista non cambia nulla. Qualunque sia il governo, l’intrattenimento rimane intrattenimento”. Ma sui toni che certe polemiche assumono, il fiorentino la pensa così: “È tutto il sistema a essersi incattivito, il nostro modo di vivere, i social. Dovremmo tutti tornare un po' bambini, imparare da loro a non prendere tutto così sul serio. Abbiamo perso la capacità di ascoltare, siamo sempre tutti contro tutti, sempre schierati”.  

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro