Forteto, le vittime scrivono a Renzi: "Tocca a lui commissariare la struttura"

La lettera del presidente dell'associazione Vittime del Forteto al presidente del Consiglio

Il Forteto

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Firenze, 4 luglio 2014 - Non ha dubbi il presidente dell'associazione Vittime del Forteto, la comunità di recupero al centro di un'inchiesta che vede sotto processo per violenza sessuale e maltrattamenti il fondatore Rodolfo Fiesoli e altre 23 persone, che ha scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendogli di adoperarsi per il commissariamento della cooperativa.

Il ministero dello Sviluppo economico, ricorda il presidente, ha infatti deciso ''di non procedere al commissariamento''. ''Lei, intervistato da Le Iene - scrive il presidente Sergio Pietracito a Renzi -, ebbe a dire -: 'La mia amministrazione, con Il Forteto ha avuto a che fare meno che zero'. Ce lo dimostri concretamente. In questi giorni apprendiamo che vuole cambiare l'Italia ed anche l'Europa. Cominci a cambiare partendo da una provincia a Lei cara: si faccia carico di approfondire la vicenda e ponga finalmente fine senza tentennamenti a questa tragedia umana che ha già avuto ripercussioni europee e sta diventando una vergogna nazionale. Da Lei, come persona oltre che uomo delle Istituzioni, ci attendiamo un iniziativa di stampo lapiriano che tolga questa cappa di piombo che opprime tanta parte della societa' civile''. Pietracito ricorda che gli stessi ispettori ministeriali inviati l'estate scorsa, in seguito agli approfondimenti della commissione d'inchiesta regionale, ''suggerirono la necessità di commissariare la Cooperativa. Ma la loro decisione - sottolinea il presidente dell'associazione delle vittime, all'epoca dei fatti minori affidati alla cooperativa - è stata oggi disattesa, dopo essere rimasta, antecedentemente al suo insediamento, per molti mesi in stand-by . Adesso ci vengono serie e legittime perplessità circa questo esito. Ci sono coincidenze che ci portano a pensare che la rete di protezione di cui hanno scritto i consiglieri regionali non sia stata recisa''. ''Riteniamo - conclude Pietracito - che i responsabili di abusi e maltrattamenti temano di piu' il commissariamento delle probabili condanne, poichè solo il commissariamento li potrebbe privare dello strumento più potente che hanno per continuare a fare ciò che hanno sempre fatto per oltre trenta anni. Non vorremmo che tra 10 o 15 anni ci trovassimo a celebrare l'ennesimo processo''.

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