Fiorentina, Pradè: "Ci è mancato un colpo, ma siamo soddisfatti. Fiducia a Montella"

Il direttore sportivo parla del monte ingaggi: "E' salito intorno a 60 milioni". Su Pedro: "Attaccante elegante. Crescerà insieme a Vlahovic"

Daniele Pradé (Fotocronache Germogli)

Daniele Pradé (Fotocronache Germogli)

Firenze, 3 settembre 2019 - Cinque milioni di saldo negativo fra entrate in uscite e monte ingaggi riassestato intorno ai 60 milioni. Daniele Pradè decina così l'assetto economico con cui la Fiorentina esce dal mercato estivo 2019. Un mercato che ha visto il direttore sportivo della Fiorentina, sempre affiancato da Joe Barone, Giancarlo Antognoni e tutta la squadra mercato, lavorare per sfoltire una rosa extra large, passata da 70 tesserati ai circa 28 attuali. Qualche esubero (il terzetto francese Eysseric, Dabo e Thereau) è rimasto nel monte ingaggi viola, ma Pradè è comunque soddisfatto del lavoro svolto. Anche senza il grande investimento di cui si è a lungo parlato: niente De Paul, Berardi, Suso, Politano, tutti inseguiti, ma bloccati dalle rispettive società. Un po' come la Fiorentina ha fatto con Chiesa.

Dopo aver chiesto pazienza all'inizio del mercato, ora Pradè chiede comprensione, soprattutto per i giovani che sbaglieranno, ma sono destinati a crescere. "Siamo fra le squadre più giovani d'Europa, serve comprensione per i giovani che sono come pianticelle da innaffiare e fare crescere. Sul mercato è stato fatto un lavoro importante. Il saldo è negativo di 5 milioni. Avevo un budget molto più alto messo a disposizione da Commisso, ma non volevo spendere tanto per farlo. Abbiamo il mercato di gennaio e un anno intero per vedere come saranno i risultati e valutare il lavoro su questa squadra".

In città si parla di colpo mancato, soprattutto se si tira in ballo il nome di De Paul: "Noi abbiamo trattenuto Chiesa e le altre società hanno fatto lo stesso con giocatori come De Paul, Suso, Berardi, Politano. Non sono deluso, siamo stati chiari con tutti fin dall'inizio e le altre società lo sono state con noi. L'unico che abbiamo lasciato andare è Raphinha per una questione di costi. Sugli altri, ci abbiamo provato fino all'ultimo giorno. Posso dire di essere soddisfatto all'80% perché forse avrei voluto fare un alto colpo per il presidente. Lui spingeva, sono stato io a frenarlo. Abbiamo chiuso la rosa con Ghezzal, un giocatore mancino che per caratteristiche non avevamo in rosa". Un altro acquisto tentato invano è stato fatto per Tonali, un giocatore che piace comunque tanto alla dirigenza viola: "Vogliamo puntare su giocatori italiani, è una scelta fatta da subito e lo faremo in futuro. Tonali ci piace, ma Cellino ha parlato con Commisso e ha detto che non lo avrebbe ceduto. E tutto è finito lì".

Nell'ultimo giorno di mercato la Fiorentina ha però concluso l'operazione Pedro, un attaccante che incuriosisce tutti: "Quando è andato via Simeone ci siamo mossi per Pedro, un giovane che avrà bisogno di tempo per adattarsi al calcio e alla vita in Italia. Da lui però mi aspetto una crescita continua - sottolinea Pradè -. E' un attaccante elegante nonostante la grande statura. Sarà importante per la crescita della Fiorentina".

Confermando che il monte ingaggi è salito fino a 60 milioni, Pradè si è schierato in difesa di Montella, difendendo il tecnico dopo le due sconfitte iniziali: "Montella ha tutta la mia fiducia perché non ha mai potuto lavorare con un gruppo unico. Siamo ancora un cantiere aperto: ci sono solo Milenkovic, Pezzella, Benassi, Chiesa e Vlahovic della rosa dello scorso anno. Ora Montella ha una rosa completa e ampia: starà a lui trovare il giusto modo per comporre il puzzle. Dovrà fare capire ai ragazzi che sarà un anno di lavoro e di transizione".

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