Fiorentina, con la Roma il bivio per la maturità

In tribuna ci sarà anche Batistuta. In arrivo 2.500 tifosi giallorossi

Federico Chiesa (Lapresse)

Federico Chiesa (Lapresse)

Firenze, 3 novembre 2018 - Stessi punti e ambizioni diverse, magari stasera (fischio d'inizio al "Franchi" alle 18, arbitra Banti di Livorno) sarà più chiaro quale mestiere voglia fare da grande la Fiorentina e in che parte della classifica intenda comprare casa. Per ora vita in affitto in un condominio con parecchie squadre, addirittura dieci in tre punti, sai che fila per prendere l’ascensore, mentre la Roma punta la qualificazione Champions e Di Francesco sa che questo è l’obiettivo minimo per conservare il posto. Logico per una squadra che negli ultimi 5 anni ha viaggiato fra il secondo e il terzo posto.

Partita dunque decisiva per entrambe, visto che siamo all’undicesima giornata, non c’è più molto tempo e quest’anno non può diventare sabbatico per nessuna delle due squadre. La Fiorentina ha vinto solo una delle ultime 5 partite (contro l’Atalanta in casa), la Roma arriva dal ko all’Olimpico con la Spal e dal pareggio bunkerizzato strappato a Napoli, dove nel secondo tempo è a malapena riuscita a non frequentare in blocco la propria area di rigore. Sofferenza ai massimi. Fiorentina e Roma hanno attraversato momenti migliori e ora si trovano sull’orlo di direzioni diverse in classifica, fra il rischio di involuzione e la speranza di mettere nel mirino posizioni medio alte: tensione dunque inevitabile, obbligo di estrarre da se stessi le qualità migliori e coltivarle con intensità in 90 minuti che – non bisogna avere molta fantasia – metteranno in evidenza molti muscoli.

Inespresse nelle ultime settimane le potenzialità in attacco della Fiorentina, che Pioli a Torino ha cercato di smazzare lasciando fuori Simeone, Pjaca e Gerson (risultati modestissimi nel primo tempo): i numeri sono impietosi per descrivere l’incidenza di un reparto che ha segnato per l’ultima volta su azione il 22 settembre contro la Spal (Chiesa) e da allora ha messo insieme contributi in arrivo da altri settori: Veretout su rigore e Biraghi su punizione contro l’Atalanta, ancora Veretout dal dischetto contro il Cagliari e Benassi a Torino, questa volta su azione.

La Roma è senza Perotti, De Rossi e Luca Pellegrini eppure ha qualità individuali per far girare nell’uno contro uno il vento della partita, la Fiorentina forse per ispirarsi ha invitato allo stadio Batistuta, che in serie A ha segnato 152 reti con la maglia viola (record) e non solo per questo ha conquistato tutti i cuori, riuscendo poi a vincere uno scudetto a Roma.

Pioli ha la necessità di far ritrovare fiducia alla squadra, l’ipotesi di alzare Veretout a centrocampo è stata presa in considerazione; sarà chiara se in formazione ci sarà Edimilson, che in partenza però sembra essere un passo indietro rispetto a Gerson. Insomma, gioco di equilibri. Dovrebbe riuscire a rompergli Pjaca, questa volta favorito su Mirallas che invece è partito titolare a Torino combinando pochissimo da centravanti e ritrovandosi almeno un poco da esterno. Chiesa super titolare perché non si può rinunciare a uno come lui: certo che l’intesa con Simeone – un altro che deve far meglio – per ora è decollata poco. Anzi, è parecchio inchiodata, a dimostrazione che la forza offensiva del 4-3-3 può innescarsi solo con un grande feeling fra i protagonisti.

Quella di oggi è dunque una partita-bivio per la Fiorentina, che per la prima volta riceve una big al Franchi dopo aver perso in trasferta a Napoli e a San Siro contro l’Inter. Manca un colpo che possa indirizzare la stagione viola verso obiettivi e gratificazioni diverse, quella di oggi è dunque un’opportunità da sfruttare. Più di trentamila gli spettatori, fra questi anche Andrea Della Valle.

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