Lega Calcio, è un caos calmo. La Fiorentina sceglie: fuori dal valzer delle poltrone

Il "solito" board di A. I tifosi non ci stanno

Mario Cognigni

Mario Cognigni

Firenze, 12 giugno 2018 - La Fiorentina non ci sta. Dà un calcio alle logiche della politica del calcio, ormai logora. La Lega di Serie A, che nell’Anno Zero del calcio italiano ha avuto l’occasione per cambiare non soltanto i nomi ma anche le dinamiche e le strategie del mondo del pallone, si ritrova a suonare nella vecchia orchestrina del potere.

Con la Fiorentina che ha scelto di non fare la parte del violino stonato. Il presidente del Coni Malagò aveva fatto venir giù il mondo quando tutt’Italia (e non solo) s’indignò per l’insulto razzista ad Anna Frank (con il presidente della Lazio Lotito nel mirino), giurando che la trasformazione nel mondo politico del pallone, più che un atto necessario sarebbe stato un terremoto indispensabile.

E invece niente, le sue raccomandazioni sono rimaste inascolatate. Tutto è cambiato, ma nulla è stato modificato. Lotito insieme all’ad della Juventus, Marotta, è stato eletto consigliere federale dall’assemblea della Lega Serie A. Fiumi di parole inutili. Di occasioni perdute.

E i due - Marotta e Lotito - che dai ferri corti balleranno insieme nelle decisioni più importanti per il futuro di tutti i club, come quella per i diritti tv. La partita più importante per il calcio sarà in mano nuovamente al vecchio corso che litiga anche su quanti scudetti siano da assegnare alla Juve, delegittimando di fatto quanto stabilito dalla Federazione. Controsenso.

Non solo. Nel board della serie A ci sono, come consiglieri di Lega, l’amministratore delegato dell’Atalanta Luca Percassi, l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, Stefano Campoccia, vice presidente dell’Udinese e Marco Fassone, amministratore delegato del Milan.

La Fiorentina ha scelto di non esserci per non dover assecondare il governo del calcio in mano alle solite persone, nel silenzio assordante di tutte le altre società che avevano, nei corridoi, puntato il dito contro una gestione a senso unico. Per poi cascarci dentro. Suonare il solito ritornello. E baci e abbracci a tutti.

Nossignori. Se si cambia, si cambia davvero. Non si lascia che Lotito la faccia da padrone. Che la Juventus decida per tutti. Che Milan e Atalanta si arrampichino all’interno del board. Fassone rappresenta un club, il Milan appunto, la cui amministrazione è sotto inchiesta da parte della Uefa e che rischia gravi sanzioni.

Mentre i bergamaschi sono sotto la lente d’ingradimento della procura che ha deferito l’Atalanta al tribunale federale nazionale per una vicenda che coinvolge anche la Fiorentina.

Nessun dubbio sulla figura di garanzia svolta dal presidente Gaetano Micciché, ma è la mancanza di un amministratore delegato che abbia pieni poteri a lasciare quantomeno perplessi. Perché l’interim di Marco Brunelli non convince. E’ vero che l’ex direttore generale ricoprirebbe la carica per affrontare le emergenze della Lega fino ad autunno, momento in cui dovrebbe essere trovato finalmente la figura più opportuna. Ma l’autunno è lontano e potrebbe essere troppo tardi. Perché tante scelte saranno già state prese. 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro