Fiorentina: Cabral, ricordi la tua Conference? Gol in Europa: Re Artù (ri)tocca a te

L’attaccante brasiliano protagonista con una media da top player (13 reti in 12 partite) con il Basilea. Italiano chiede a lui le zampate indispensabili e decisive per fare bene in Turchia

Re Artù Cabral torna a prendersi una maglia da titolare in Conference League

Re Artù Cabral torna a prendersi una maglia da titolare in Conference League

Firenze, 14 settembre 2022 - Chissà se per pungerlo Italiano gli ha ripresentato lo score della sua avventura in Conference League, un annetto fa, con la maglia del Basilea. Già, perché Re Artù Cabral, in quella galoppata in giro per l’Europa di cose da bomber (ovvero i gol) ne aveva fatte tante. A raccontarlo bene è l’almanacco dei marcatori della Conference che fu, dove accanto al nome di Arthur Cabral spicca un eloquente 13 reti all’attivo in 12 partite giocate. Insomma una media gol che può richiamare sensazioni alla Haaland (volendo ovviamente esagerere un po’), e che di sicuro racconta con esattezza che in Europa, in quella Europa dove domani sera tornerà a tuffarsi la Fiorentina, Cabral si è sempre trovato a suo agio.

E' questo, dunque, lo spunto che Italiano vuole utilizzare per svegliare l’orgoglio (e il rendimento) dell’attaccante brasiliano arrivato a Firenze nella casella lasciata vuota da Vlahovic e ancora alla ricerca della forma, della condizione e soprattutto di far scattare il segnapunti di quei gol che servirebbero tanto alla Fiorentina.

Cabral è forse il centravanti a disposizione di Italiano che sta meglio. E in attesa del miglior Jovic, il tecnico viola sa bene che il giorno in cui Re Artù riuscirà a prendere la mira giusta, qualcosa di importante andrà a scattare nella sua testa e la fase di finalizzazione del bomber sudamericano potrà (finalmente) prendere quota.

I 13 gol in 12 partite nella Conference scorsa, in effetti, sono un bottino che Cabral ha una voglia matta di aggiornare ma con la maglia viola sulle spalle. L’analisi del suo momento rimane obiettivamente complessa e parla di una condizione fisica che c’è ma che non corrisponde a un atteggiamento tattico all’altezza di aiutare la squadra a trovare quei gol che non arrivando la stanno facendo navigare in acque poco incoraggianti.

Anche il dualismo con Jovic, che nella testa e nella psicologia di altri calciatori sarebbe potuto essere una scintilla di personalità e di voglia di rubare spazi all’avversario, quel dualismo da cui Italiano si aspettava risposte decisive, non ha funzionato un granché nell’operazione Cabral. Anzi, alla lunga, l’impiego a part time segnato e deciso dal turnover sembra aver messo Re Artù in affanno nella continua ricerca dell’occasione che deve e dovrà arrivare ma che non puoi inseguire con la continuità di giocare una partita dietro l’altra.

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