Firenze, 22 giugno 2015 - C'è anche una talpa gentile. Ma fanno la loro bella figura anche leoni sorridenti, ghepardi con gli occhiali da sole, tucani e pappagalli coloratissimi, tartarughe verdi su uno sfondo arancione vivo che porta un sorriso di compiacimento appena lo guardi.
Il murale del giardino di San Jacopino , avviato con pennelli ed entusiasmo dai volontari dell' Associazione all'inizio di primavera , è stato inaugurato da bambini, genitori, maestri e maestre delle elementari Rossini con gli alunni delle IV A e C. Il parco torna letteralmente a rifiorire, “multibello” e multietnico e al tempo stesso unico grazie ai piccoli che vincono differenze e diffidenze. Pochi giorni fa una bella mostra di quadri del centro di attività espressive 'La Tinaia' ha fatto compagnia ai visitatori del giardino che si è rianimato, come un piccolo grande sole nel quartiere. Per l'occasione Maria Vianneè Guzman , dominicana, fiorentina e di San Jacopino, ha scritto due poesie agrodolci , l'una pensando ai bambini soldato (“Vorrei volare come una colomba... Vorrei sognare, vorrei giocare come un bambino di cinque anni/. Vorrei pensare che il mondo e diverso, e che si incomincia ad amare davvero”) e l'altra, quasi una filastrocca, su quelli che emigrano nei pericolosi viaggi in mare come Balù e il suo amico: “Non c'è acqua, non c'è pane e neanche medicinale/c'è una guerra senza fine al di là di ogni confine/ e io devo immigrare, devo lasciare mia madre./ Per un futuro migliore, devo prendere quella nave e navigare/Aspettiamo un aiuto, aspettiamo da laggiù/ dove ci sono quelle luci./La nave si rovescia e andiamo tutti giù/...Io trovo un peschereccio che mi tira su/, ma non ho più trovato il mio fratello Balù”).
Michele Brancale
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