Economia. "Le imprese e le famiglie reagiscono. Vicini ai cento miliardi anti crisi"

Il presidente di Abi Antonio Patuelli delinea le prospettive. E ora corsa a sfruttare il Recovery fund

Antonio Patuelli

Antonio Patuelli

Firenze, 4 ottobre 2020 -  Nessuno, alla vigilia di un anno che si pensava fosse ricordato per la Brexit, l’instabilità in Libia e in Iraq e per le ormai prossime elezioni presidenziali americane, poteva immaginare cosa sarebbe successo in questo 2020. Nemmeno Antonio Patuelli, presidente di Abi, l’Associazione bancaria italiana, e della Cassa di Ravenna, imprenditore e giornalista, che abbiamo intervistato sugli scenari economici locali circa un anno fa.

Presidente, sembra passato un secolo dall’ultimo incontro. Come stanno, oggi, Toscana e Umbria?

"I dati più recenti ci dicono che l’economia è solida. Le imprese e le famiglie reagiscono, i prestiti dalle banche, anche alle partite Iva, arrivano, i depositi crescono".

Com’è possibile che i toscani e gli umbri siano più ricchi, nonostante la pandemia?

"Da una parte l’incertezza rende prudenti, fa aumentare la propensione al risparmio. IL sospetto è che ci sia anche un po’ di economia sommersa".

Il ricorso alla cassa integrazione è stato massiccio. Tanti artigiani aspettano i pagamenti di maggio dall’Inps. Le famiglie non si stanno impoverendo? "Il periodo più buio è stata la parte centrale del lockdown. Poi le industrie hanno ripreso la produzione, non poche hanno lavorato ad agosto. I consumi sono oggi differenziati: aumentano quelli alimentari, si riducono altre spese. Sicuramente questa che viviamo è la recessione più forte che l’Italia abbia avuto in tempo di pace in 159 anni Di storia unitaria".  

Ma? "Il rimbalzo lo si è cominciato a vedere, perché già a luglio e agosto si registrano i primi indicatori positivi e questo è constatato anche da chi regola i prezzi di gas e elettricità, che li ha aumentati motivando che è cresciuta la domanda".

E le imprese?

"Le imprese stanno reagendo, anche approfittando dei prestiti garantiti che consentono la riconversione a tassi più vantaggiosi di quelli che hanno già in essere".

Molti imprenditori si sono lamentati delle difficoltà nel presentare le domande e dei ritardi nell’erogazione. Cosa risponde?

"L’avvio è stato complesso, ma adesso siamo di fronte a risultati superiori alle aspettative. L’obiettivo era 100 miliardi di prestiti garantiti entro fine anno. A due giorni fa siamo a 87,5 miliardi, con un incremento medio di mezzo miliardo al giorno. Già a novembre POTREMMO AVERE raggiunto e superato l’obiettivo. Dunque, funziona la legge dello Stato, funzionano le banche che si fanno concorrenza, funziona il Medio Credito Centrale".

Diversamente dalla crisi dei mutui subprime non ci vorranno, dunque dieci anni per agganciarsi alla ripresa?

"Probabilmente no. tutto dipende dalla salute mondiale. se si sconfigge il covid, si riparte".

E se ci vogliono ancora mesi per sconfiggerlo?

"Mi preoccupa il fatto che l’Italia sia circondata da Paesi che sono ancora in emergenza. Il caso della Francia è emblematico. Le quarantene non solo bloccano il turismo, ma anche i viaggi di affari e naturalmente tutto questo rallenta l’economia".

Al netto della questione sanitaria, cosa si può fare, nel frattempo, per rilanciare l’economia del nostro territorio?

"Nel 2021 dovrebbero arrivare i grandi finanziamenti europei del Recovery Fund, che spero entri presto in vigore. Si tratta di finanziamenti enormi, superiori al piano Marshall. Da questi Toscana e Umbria trarranno senz’altro vantaggio, perché una delle priorità per questi territori sono le infrastrutture, di ogni genere, sia digitali che fisiche".  

Qualche esempio?

"L’Alta Velocità sulla linea ferroviaria della costa tirrenica, la modernizzazione della Orte-Falconara, che attraversa tutta l’umbria. e poi le tecnologie, 5g e future, che consentono di collegare anche le parti più remote delle due regioni. ciò aumenta la qualità della vita, fa crescere la potenzialità economica, consente alle persone di abitare, se vogliono, anche in campagna".

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