"Governo, basta slogan: le imprese soffrono"

Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze: "Dov’è la politica industriale?"

Leonardo Bassilichi (New Press Photo)

Leonardo Bassilichi (New Press Photo)

Firenze, 16 gennaio 2019 - Da imprenditore che conosce bene quanto sia difficile il mercato globale e soprattutto da presidente della Camera di commercio di Firenze (in procinto di avviare il secondo mandato) Leonardo Bassilichi (che guida anche Firenze Fiera) vuole rompere il muro dell’incertezza che cancella il potenziale sviluppo di territorio e imprese. E dice no agli slogan vuoti della politica e chiede di scegliere.

Presidente, siamo in continua campagna elettorale. E le imprese soffrono.

"Troppe volte abbiamo la sensazione che tutto inizi e finisca sui social. E dietro ai social… niente. Le imprese, al contrario, vivono tutti i giorni nel mondo reale: ordini, export, logistica, burocrazia, tasse… ecco perché stanno soffrendo, come dimostra il calo della produzione industriale in Italia".

E allora facciamo un appello ai prossimi candidati sindaci e a chi si candida per le prossime Europee.

"Le imprese stanno chiedendo che il nostro Paese conti di più in Europa, non certo di uscire dall’euro o di innalzare fantomatici muri. Lei non sa quanti imprenditori che commerciano con la Gran Bretagna mi chiamano disperati perché non sanno che succederà il 30 marzo. La politica ha il compito di agevolare la vita dei cittadini, non di complicarla. Un appello? Impegnatevi, dal governo delle città ma anche dalle opposizioni, a rendere i territori attrattivi per le imprese e per il lavoro: formazione, infrastrutture, ambiente non sono battaglie né di destra né di sinistra, ma per il Paese".

Lungimiranza e bene comune. Dove sono finiti nella politica di oggi?

"La logica populista del tutto e subito è senza dubbio più in voga dell’attenta ricerca del bene comune, peccato che così non si risolvano le grandi questioni del Paese, per le quali serve tempo e lungimiranza. Un esempio? L’ultimo rapporto Excelsior di Unioncamere dice che nel 30% dei casi le imprese non riescono a trovare un profilo da assumere, eppure in Italia ci sono 3 milioni di disoccupati. E il governo che fa? Dopo soli due anni di azione, taglia l’alternanza scuola-lavoro, unico momento di contagio fra il mondo della formazione e quello dell’impresa".

Il presidente degli industriali Boccia ha firmato la ‘rivolta’ delle imprese. Lei rilancia?

"Se avessi la certezza che scendere in piazza servisse davvero per ridurre il cuneo fiscale, smantellare la burocrazia o far partire le grandi opere mi metterei dentro una canadese e non uscirei più… quello che mi sembra finora sia mancato a questo governo è considerare le imprese per quello che davvero sono: il motore del nostro Paese. Manca del tutto una politica industriale e non è accettabile per la seconda manifattura d’Europa".

Le infrastrutture. Novella dello stento. Come è possibile rimanere nel limbo dell’indecisionismo?

"E’ la battaglia di tutte le battaglie: non ha senso lavorare per modificare piccole cose se poi non si riescono a spostare persone e merci. Mi ricordo anni di lotte dei No Tav nel Mugello: oggi neanche i pazzi dicono che quell’opera è stata inutile, eppure c’è chi avversa o chiede un referendum sulla Torino-Lione, che è già approvata, finanziata e parzialmente costruita. La politica non scarichi sul Paese le proprie contraddizioni: i referendum servono per abrogare leggi, non opere pubbliche".

Il caso aeroporto a Firenze è da Guinness dei primati.

"Ogni giorno che passa senza nuova pista il ministero delle Infrastrutture crea danni a Firenze e a tutta la Toscana. Camera di Commercio di Firenze è azionista e gli ha già scritto dicendo di essere pronta a chiedere un risarcimento, ma per quello che ho visto è tutto il Paese che dovrebbe chiedere i danni a Danilo Toninelli".

Lei ha lanciato l’economia circolare. Ma in Toscana siamo ancora lontani da raggiungere risultati apprezzabili.

"Non ho un approccio ideologico: alle imprese servono i termovalorizzatori e serve l’economia circolare. Solo un quarto delle aziende toscane conosce i processi legati alla green economy, eppure il 60% è convinto che siano utili. Insieme all’Albo Nazionale Gestori Ambientali e al Sant’Anna di Pisa lavoriamo perché le imprese della Toscana riescano a trasformare gli scarti, che sono costi, in nuove produzioni, opportunità di business. Non avremo tutto e subito, ma lo facciamo lo stesso, convinti che sia la direzione giusta".

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