Fidi Toscana respinge la crisi. E il bilancio si chiude con il più

Utili per 734mila euro e un ribaltamento della gestione operativa, adesso in attivo per tre milioni Il presidente Petretto: "I numeri certificano la riorganizzazione". Ora nuove sfide previste dai decreti

Il presidente Lorenzo Petretto (a destra) e il direttore Italo Romano

Il presidente Lorenzo Petretto (a destra) e il direttore Italo Romano

Firenze, 24 maggio 2020 - Approvato dall’assemblea dei soci il 44esimo bilancio di Fidi Toscana. La finanziaria della Regione, che lavora in prevalenza nel settore delle garanzie, ha chiuso il 2019 con un utile di 734mila euro ed un netto miglioramento della gestione operativa, che si attesta a circa 3 milioni, contro i meno 3 milioni del 2018. «E’ un bilancio che si chiude in utile, in controtendenza rispetto agli scorsi anni e che certifica – ha detto ai soci il presidente di Fidi Toscana, Lorenzo Petretto – il percorso di riorganizzazione che abbiamo portato avanti».

Oltre 106 milioni di finanziamenti garantiti nel solo 2019 e circa mille operazioni. Forte il livello di patrimonializzazione, con un Cet 1 – rapporto tra fondi propri e attività di rischi – passato dal 21,77 del 2017 al 26,01 per cento del 2019. In termini di operatività i risultati, ha sottolineato Petretto, sono stati «di sicuro rilievo per tutto il sistema del credito». Il microcredito, con finanziamento diretto alle imprese, ha superato i 30 milioni di euro di erogazioni nell’ultimo biennio.

«Quest’anno, inoltre – ha sottolineato il presidente – Fidi Toscana ha fatto la prima operazione a livello nazionale di ‘tranched cover’ controgarantita con il Fondo Centrale. Con alcune banche del territorio, cioè Banco Alta Toscana, Banco Fiorentino e Chianti Banca, abbiamo messo a disposizione un plafond di 20 milioni, già esaurito, che ha consentito alle imprese di poter chiedere finanziamenti a tassi bassi».

La società ha ridotto le sofferenze, chiudendo la prima parte del percorso di saldo e stralcio con le principali banche e, grazie al percorso di riorganizzazione intrapreso, ha ridotto i costi del personale, scesi a 3,6 milioni di euro. Dagli 80 dipendenti del 2017 si è passati a 56, senza nessun licenziamento.

Scese anche le spese amministrative, passate dai circa 2,6 milioni del 2015 ai circa 1,80 milioni medi degli ultimi anni. Risultati ottimi, considerando anche, ha sottolineato Petretto, l’attuale situazione, «difficile perché anche perché il contesto normativo è cambiato: da marzo non esiste più la lettera ‘R’ e le banche possono passare direttamente al fondo centrale di garanzia».

E proprio per questo, è l’appello del presidente di Fidi Toscana, «se la Regione potesse dare più fondi, noi siamo pronti». Nel frattempo, a sostegno delle piccole e medie imprese del territorio, Fidi Toscana ha messo in campo una serie di misure. Ad elencarne le principali il direttore di Fidi, Italo Romano.

«La società ha accelerato l’erogazione sui fondi rotativi regionali, per 5,3 milioni dal 1 gennaio al 30 aprile 2020, nello stesso periodo ha gestito 1.300 richieste di sospensione delle rate e scadenze fino al 30 settembre e ha lanciato nuovi prodotti che sfruttano le opportunità per le imprese previste dal decreto Liquidità».

Tra questi, ‘Smart credit plus’, consulenza qualificata per non lasciare sole le imprese nel rapporto con la banca ed un prestito partecipativo, cioè un finanziamento diretto, finalizzato a liquidità, ma anche a investimenti, con il quale gli imprenditori s’impegnano a ripatrimonializzare l’azienda.

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