ChiantiBanca, "ci conviene andare con i trentini di Ccb"

I sostenitori dell'alleanza con Cassa Centrale Banca: "Si rischiano filiali chiuse e milioni da risarcire"

Luciano Borri

Luciano Borri

Firenze, 10 dicembre 2017 - "Chiusura di filiali, richiesta milionaria di risarcimento danni e il rischio di perdere credibilità". Il presidente dell’associazione «Per una banca in terra toscana», Luciano Borri, non ha dubbi su quale sia la scelta migliore da prendere per garantire un futuro a ChiantiBanca. All’assemblea dei soci di quest’oggi sosterrà la necessità di portare avanti il percorso con Cassa Centrale Banca.

Perché Ccb e non Iccrea?

«Semplice. Col gruppo del Trentino non ci sono mai stati problemi. Hanno contribuito con la sottoscrizione di un’obbligazione subordinata da 20 milioni di euro per ricapitalizzare ChiantiBanca e ci eviterebbe di correre un grosso rischio».

Quale?

«Questi ribaltoni ci fanno perdere di credibilità. E poi Ccb potrebbe chiederci i danni sulla base del protocollo d’intesa firmato in passato con ChiantiBanca. Senza dimenticare che con Iccrea si andrebbe verso un taglio delle filiali».

Si spieghi meglio...

«In alcuni territori della Toscana, soprattutto Firenze e Pistoia, ci sarebbe la sovrapposizione di più bcc appartenenti allo stesso gruppo. E quindi per legge andranno chiuse filiali, sportelli e ridotto il personale».

Iccrea raggruppa più banche in tutta Italia. Questo non dà maggiori garanzie?

«Affatto. Molte sono del centro-sud e hanno bilanci in affanno. Quindi un domani potremmo essere costretti a risolvere crisi di liquidità di altre bcc. Quelle del Trentino sono più solide».

Con Ccb che fine farebbe la tradizione?

«E’ un concetto superato. Oggi contano profitto, organizzazione e solidità patrimoniale».

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