Il 'Vespucci' a terra. La 'Via' attesa per febbraio 2018

Perché l'aeroporto dei record non decolla

Firenze, manifestazione organizzata da Confindustria per lo sviluppo dell'aeroporto

Firenze, manifestazione organizzata da Confindustria per lo sviluppo dell'aeroporto

Firenze, 27 novembre 2017 - UNA MANIFESTAZIONE così, giacca blu, cravatta regimental e carte di credito dorate, non si era mai vista. L’aeroporto Vespucci di Firenze, da 2 milioni di passeggeri nei primi nove mesi del 2017 (più 6,3 per cento) stenta a decollare nella palude dei niet politici e della burocrazia ministeriale che quasi non fa più notizia tanto è ormai rodata la novella dello stento del ‘Vespucci’ in attesa di potenziamento.

E allora diventa più cult, originale e unica nel suo genere la rivolta degli imprenditori fiorentini che a metà novembre hanno sfilato davanti allo scalo esibendo il maxi striscione «Sì all’aeroporto. Facciamo volare il nostro territorio». Le parole? Pesanti come la nebbia della piana fiorentina che spesso fa dirottare i voli e arrabbiare i passeggeri: «La ripresa economica – ha attaccato il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori, promotore della manifestazione, al megafono davanti a oltre 150 imprenditori – è una corsa fra territori competitivi e attrattivi. Una competizione che non fa prigionieri. Noi vogliamo stare dove meritiamo: cioè fra i territori di testa, rimuovendo tutti i nodi scorsoi che tolgono ossigeno al nostro sviluppo».

Ha rincarato con efficacia Ferruccio Ferragamo, non avvezzo a ‘piazzate’ del genere: «Abbiamo dovuto aprire uno showroom a Milano – ha detto anche lui al megafono – perché i nostri clienti non gradiscono atterrare qui. Non ho mai preso parte a nessuna manifestazione di protesta, ma stavolta era proprio necessario».

Un esempio su tutti: «Sono tornato da poco dalla Cina: là stanno costruendo cinquanta aeroporti, qui a Firenze dell’aeroporto si parla da 50 anni. Là la disoccupazione è all’1 per cento qui al 36 per cento....». Il ‘Vespucci’ fa parte del sistema aeroportuale toscano: con il «Galilei» di Pisa, sotto la gestione «Toscana aeroporti» ha un’enorme potenzialità come testimoniato dagli ultimi dati del 2017. I due scali hanno fruttato nei primi nove mesi un utile netto pari a 10,4 milioni in aumento del 17,1 % rispetto allo stesso periodo del 2016 con un monte passeggeri di 6,3 milioni (più 6 %).

E ALLORA perchè scendere in piazza con giacca e cravatta? Manca il via libera definitivo al masterplan del potenziamento dello scalo fiorentino: la Valutazione di impatto ambientale. Il piano prevede la realizzazione della nuova pista di volo (2400 metri per Toscana aeroporti), dei piazzali aeromobili, del nuovo terminal passeggeri, della viabilità e dei parcheggi, dell’area cargo e del terminal di aviazione generale. La procedura Via è aperta da oltre due anni e mezzo. L’ok dal ministero dell’Ambiente (che dimostrerebbe che il potenziamento non è in contrasto con la difesa dell’ambiente e del rospo smeraldino) è sempre dietro la porta, ma la porta è rimasta sempre socchiusa. Si confida che arrivi entro febbraio 2018. Dopo sì ci sarà la Conferenza dei servizi, forse un gioco da ragazzi dopo tanto patire nell’attesa della risposta ministeriale. Ipotesi benevola: poter disporre del nuovo scalo nel 2020 con inizio lavori nell’estate del 2018.

I BENEFICI? Secondo studi e ricerche enormi la realizzazione del masterplan porterà una valanga di posti di lavoro: 2.200 diretti e 8.400 indiretti. Un volano economico fondamentale per la Toscana. E l’indotto economico secondo uno studio Irpet è valutato intorno ai 730 milioni di euro, con un flusso di 4,5 milioni di passeggeri nel 2029 solo per il Vespucci.

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