La testa pietrificata all'ombra del Duomo

La leggenda della Berta, il busto marmoreo che spunta sul muro della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Il busto marmoreo sulla Chiesa di Santa Maria Maggiore in via de' Cerretani

Il busto marmoreo sulla Chiesa di Santa Maria Maggiore in via de' Cerretani

Firenze, 18 gennaio 2016 - Se ne sta lì da secoli, affacciata dalla Chiesa di santa Maria Maggiore, osservando Firenze dall'alto. Si tratta di un inquietante busto marmoreo, una testa pietrificata dai tratti femminili che spunta dal muro dell'edificio lungo via de' Cerretani.

Non si nasconde a un occhio attento, ma per vederla è necessario alzare la testa e rivolgere in alto lo sguardo: è allora che potrete scorgere quella che tutti i fiorentini conoscono come la signora Berta, mentre le leggende intorno a questo antico busto marmoreo privo di iscrizioni sono tante e tutte diverse.

La tradizione popolare sostiene che la statua rappresenti il volto di una fruttivendola di campagna che, in un impeto di generosità, decise di donare i propri averi a Santa Maria Maggiore per realizzare una campana che avvisasse i mercanti dell'apertura e della chiusura delle porte cittadine. Come segno di riconoscenza, i fiorentini decisero di dedicarle il piccolo busto presente ancora oggi sulla facciata della chiesa.

In un'altra versione, decisamente più fantasiosa, l'origine della statua viene ricordata come la “maledizione di Cecco d'Ascoli”. Poeta, medico, filosofo e astrologo, Francesco Stabili di Simeone, meglio noto come Cecco d'Ascoli, nacque nel 1269 in provincia di Teramo. Nel 1327, in seguito a una condanna per eresia da parte dell'Inquisizione, l'uomo venne condotto lungo l'attuale via de' Cerretani verso piazza Santa Croce, dove sarebbe stato bruciato sul rogo di lì a poco. Afflitto e assetato, Cecco si rivolse ai curiosi accorsi in strada, chiedendo da bere.

La signora Berta, (o secondo altre versioni, un prete) che seguiva la processione dall’alto, si affacciò da una piccola finestra, avvertendo tutti i cittadini di mettere da parte la loro misericordia altrimenti, essendo l'uomo un potente alchimista nonché servo del demonio, avrebbe potuto salvarsi dalle fiamme del rogo anche solo bevendo un po' d'acqua.

La leggenda si conclude con Cecco che, profondamente adirato, scagliò una terribile maledizione contro la donna, affermando che non avrebbe più tolto la testa da lì dove si trovava in quel momento. E così è stato.

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