Firenze, 14 novembre 2013 - E' un'ispirazione senza tempo. Gioiello, bomboniera, scrigno... Firenze è cuore e bellezza. Simbolo dell'arte nel mondo e allo stesso tempo inadeguata, per un motivo o per un altro. Colpa dei fiorentini. Ipercritici, pignoli, brontoloni. Sì ma genuini, la loro città non la cambierebbero con nessun'altra. Ineguagliabile Firenze, "pettegola e carina", per dirla con Savioni, molto chiacchierata, visitata, fotografata e, appunto, cantata.

Con ironia, senza troppi frignoli, l'attore e regista Leonardo Pieraccioni, ormai qualche anno fa, ha composto e interpretato la sua Firenze, che, come recita nella canzone, "l'è anche casa mia... ce l'ho sempre davanti anche quando vado via... Firenze non cambiare che dopo non ci piaci... rimani piccolina noi ti si porta i baci...".

IL TESTO INTEGRALE DELLA CANZONE DI PIERACCIONI:

Firenze l'è piccina
e vista da i' Piazzale
la pare una bambina
vestita a carnevale...
Firenze l'è un po' stretta
e 'un ci si può atterrare...
Peretola è un giochino
e non si può allargare...
Firenze spara i fochi
quando arriva San Giovanni...
noi si guardano e si dice
"l'eran meglio quegli altr'anni"...
Firenze 'un s'accontenta
e se gli chiudano i giardini...
la batte i piedi in terra
come fanno i bambini...
Firenze alle Cascine
gl'è tutta un puttanio...
ci son donne bellissime
le paiano i mi'zio...
Però fanno colore
e se ci sono 'un mi lamento...
d'altra parte tutti i posti
c'hanno un su' arredamento...

Firenze l'è piccina
e l'è anche casa mia...
ce l'ho sempre davanti
anche quando vado via...
Firenze non cambiare
che dopo non ci piaci...
rimani piccolina
noi ti si porta i baci...
festicciole il sabato alle tre
calde di sudore e di bignè...
via Gioberti all'angolo lassù
quei periti tecnici bijoux...
un inverno limpido imbiancò
per mezz'ora l'Arno si fermò...
ci guardava pallido passare
Amici Miei lo stavan pergirare...