Aziende, l'idea giovane "fiorentina": l'amplificatore per la musica è nello zaino

Non un semplice contenitore ma una cassa di risonanza che permette di ascoltare, e condividere, tutto ciò che è riproducibile con un amplificatore sia in spazi aperti che dentro a locali. Sarà una delle proposte della Tatoo convention

La Partybag

La Partybag

Firenze, 10 settembre 2014 - La musica in uno zaino. Non un semplice contenitore ma una cassa di risonanza che permette di ascoltare, e condividere, tutto ciò che è riproducibile con un amplificatore sia in spazi aperti che dentro a locali. E' "Partybag", l'idea di Paolo Arnaldo Dallari e Fabio Coccomeri, classe 1989, che hanno assemblato batterie, amplificatore, mixer, altoparlanti, cassa in legno, attacco usb per cellulare o microfono o ancora strumento musicale e addirittura un'uscita per collegare a cascata più Partybag, all'interno di uno zaino. Il tutto per "Organizzare eventi in semplicità senza l'uso della corrente elettrica". Ecco da cosa nasce, spiega Paolo che ha studiato ingegneria elettronica a Firenze: "E' un'invenzione che mette insieme passione e divertimento, sia per noi che l'abbiamo concepita che per tutti coloro che ne usufruiranno. In più permette di risparmiare: per organizzare feste, con Partybag non occorre noleggiare impianti oltreché affittare i locali". Questo particolare involucro sonoro, facilmente trasportabile, ha una potenza di 100 watt e ha un' autonomia dalle 8 alle 42 ore, si ricarica come un computer portatile e, come gli stessi costruttori affermano, è molto versatile: "Per ora abbiamo venduto trenta prototipi a Firenze, e l'interesse per il prodotto spazia dai ballerini di hip pop alle associazioni di teatro che lo usano per fare le prove, dagli artisti di strada - grazie al piano rigido sopra al Partybag ci si può sedere e suonare la chitarra - ai frati camaldolesi che lo usano per le processioni, attaccando il microfono e portando comodamente in spalla lo zaino/amplificatore". Un successo tutto made in Italy che sarà una delle proposte della tatoo convention settembrina in città: "Una tappa importante per farci conoscere", non la prima. Paolo e Fabio hanno infatti viaggiato molto in Europa per testare l'interesse dei possibili clienti: "Aprire un'attività e sondare il terreno è stato possibile grazie ai finanziamenti dell'Unione Europea che due anni fa ha scelto il nostro prototipo, per innovatività dell'idea, in un concorso per giovani imprenditori". Uno slancio indispensabile per chi, giovanissimo e talentuoso, non ha possibilità economiche tali da poter sviluppare progetti che possono realmente essere un trampolino di lancio per una vera vocazione, com'è successo a Paolo: "Penso di aver trovato il mio lavoro, cioè quello che voglio fare nella vita. La musica e costruire sono sempre state le mie grandi passioni. Poi abbiamo tante idee ancora è solo questione di avere i fondi per organizzarle". Elena Marmugi

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