Zeffirelli, una mostra anche in Russia

Il presidente della fondazione e un nuovo progetto per San Pietroburgo

Il regista James Ivory con Pippo Zeffirelli suo assistente alla regia per il film «Camera

Il regista James Ivory con Pippo Zeffirelli suo assistente alla regia per il film «Camera

Firenze, 10 settembre 2019 - «Partirò per sopralluoghi a Mosca e San Pietroburgo: l’arte del Maestro Franco Zeffirelli è amatissima in Russia. Lì hanno ancora negli occhi il successo pazzesco che fece la mostra di bozzetti al Pushkin Museum una decina di anni fa. Ora mi offrono di organizzare una nuova mostra delle opere più importanti legate ai costumi e collegate al racconto grafico del Maestro. Tutto questo perchè sono venuti a Firenze e hanno visto quanto interesse vivo c’è da parte di visitatori e amanti dell’arte dello spettacolo». Pippo Zeffirelli, presidente della Fondazione intitolata al Maestro, unica realtà che coniuga l’opera di un creatore di sogni mondialmente riconosciuto, dai primi bozzetti alla realizzazione di opere e film immortali, è pronto per questa nuova avventura.

Zeffirelli, tutto parte dalla sua fondazione, dunque?

«E’ così: l’idea è stata di Natalija Opaleva, collezionista d’arte, mecenate, grande conoscitrice d’arte, che ha fondato fra l’altro il Museo Anatolij Zverev, l’ AZ di Mosca di cui è direttore generale. E’ stata qui a Firenze e ha toccato con mano la nostra realtà».

L’idea di riportare all’estero i lavori del Maestro la preoccupa?

«Non direi. Piuttosto, visto che il Maestro Zeffirelli, già 50 anni fa, non aveva paura di mescolare e rivoluzionare soluzioni artistiche, anche io lì, in Russia, cercherò di rifare la stessa cosa nelle sedi che andrò a visitare e che dovranno essere adeguate e rispettose del suo lavoro e della sua arte, esattamente come è accaduto alla Fondazione».

Ha un ricordo particolare di Mosca legato al Maestro?

«Di sicuro la rappresentazione di Aida nel 2005 rimarrà una pietra miliare. Da sempre sono dell’idea, come il Maestro, che l’arte aiuti i popoli a comunicare». Sarà abituato al fatto che questo non sia il primo progetto internazionale legato a Zeffirelli. «Forse ci si può abituare a saper valutare l’arte perchè fa parte della nostra vita, ma i progetti sono sempre sfide diverse. Conserviamo ancora molto materiale, e andrà individuato nelle sartorie teatrali che custodiscono i costumi di scena. In Russia, nella sezione Aida, ad esempio, ci saranno bozzetti e costumi corrispondenti a quell’opera, così come per Tosca: una mostra- percorso».

Sempre partendo dalla Fondazione ancora progetti in Oman.

«Il Maestro ha lavorato fino all’ultimo, ha firmato e rielaborato regie come Rigoletto, e anche scenografie avvalendosi come sempre di un costumista come Maurizio Millenotti. Fra poco inizeremo a impegnarci su questa nuova opera». La Fondazione dalla sua apertura, il 1 ottobre 2017, ha collezionato numeri importanti. «Dimostrando la sua vocazione naturale a diventare spazio frequentato assiduamente e continuativamente dai fiorentini. Sono stati quasi 11mila i residenti della Città metropolitana che fino ad oggi hanno visitato gratuitamente il Museo Zeffirelli».

Grazie al suo lavoro le arti dello spettacolo sono entrate a pieno titolo anche in molte scuole.

«Con “Le chiavi della città”, abbiamo potuto ospitare progetti didattici di molte scuole, dalle elementari alle superiori»

Esiste un risvolto internazionale della Fondazione?

«Esiste e funziona. E’ dimostrato anche dai corsi che facciamo per università americane, realizzati in partnership con l’Istituto Lorenzo de’ Medici, sulla recitazione di Dante, su storia del teatro e scenografia basata sul metodo Zeffirelli. Abbiamo più di tremila richieste. Non sono poche. E la Fondazione è anche perfettamente integrata nel sistema dei musei metropolitani». Ricordiamolo: un bene per tutti.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro