'Seduzioni', sculture ibride e fantastiche agli Uffizi

L'artista belga multidisciplinare Koen Vanmechelen presenta trenta installazioni. Con le sue opere indaga il concetto di diversità bioculturale

La mostra "Seduzioni" agli Uffizi

La mostra "Seduzioni" agli Uffizi

Firenze, 17 gennaio 2022 -  Fra le dispute dell’antichità, è celebre  quella fra Platone e Diogene. Il primo affermò con supponenza che l’uomo era l’unico bipede senza piume. L’altro, in risposta, spennò un pollo e, mostrandolo in pubblico, annunciò: “Ecco l’uomo di Platone”! Sembra una provocazione lontana di millenni, e invece il dubbio su cosa sia bipede, cosa sia pollo e cosa sia umano non è poi così chiaro. Specialmente in epoca di manipolazioni genetiche e di continue forzature sulla natura.

Sono queste le tematiche su cui lavora da decenni un artista multidisciplinare come Koen Vanmechelen, indagando il concetto di diversità bioculturale, proprio attraverso il pollo domestico e le specie primitive dalle quali è derivato. Alla Galleria degli Uffizi l’artista belga, classe 1965, sbarca però con un circo di animali assai più multiforme, fra miti di oggi e di ieri, e creazioni “ibride" per eccellenza come la Medusa, portatrici di morte ma anche di vita, nell’eterno flusso della trasformazione.

Ecco allora comparire nelle sale degli Uffizi enormi iguana cornute, una tigre rossa accucciata e trafitta di spade nel mezzo alla sala della Niobe, teste di gallo che spuntano da quadri e inedite quanto impressionanti versioni di Medusa, con la testa brulicante di zanne e becchi appuntiti. I materiali scelti per lo più sono marmo bianco e nero, ma anche vetro e foglia d’oro.

Complessivamente sono esposte trenta installazioni, riunite sotto il titolo “Seduzioni“, dedicate ai temi dell’evoluzione e dell’ibridazione, che si confrontano, direttamente o indirettamente, con le opere del museo, da oggi fino al 20 marzo, a cura di Francesca Sborgi ed Eike Schmidt

Pittore, scultore, performer, Vanmechele è una figura eclettica i cui interessi spaziano dall’antropologia alla bioetica, dalla tutela dei diritti umani alla bio-genetica. I suoi lavori mettono a fuoco i concetti primordiali, archetipici e antitetici dell’immaginario umano: vita-morte, umano-divino, terreno-spirituale, naturale-artificiale.

«In questo momento, nell’Antropocene, abbiamo bisogno di una nuova rinascita globale - afferma Koen Vanmechelen -. Abbiamo bisogno di un Rinascimento cosmopolita, basato sull’interconnessione di tutti gli esseri viventi. Il parallelo con il Rinascimento italiano è chiaro. L’arte, essendo pensata per il futuro, è il mezzo per favorire e proiettare nuove narrazioni nel mondo. L’arte è da sempre il tessuto connettivo dell’esistenza umana».

«Le opere di Vanmechelen sembrano inserirsi spontaneamente tra quelle della collezione storica - aggiunge il direttore Eike Schmidt – , e creano degli ibridi tra il modello antico e lo sviluppo contemporaneo analoghi alla contaminazione biologica che l’artista pratica in prima persona, da decenni, in campo naturalistico».

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