A Firenze c'è la "Black Presence": arte africana agli Uffizi

Dal 4 luglio iniziativa con dipinti del museo che rendono omaggio a protagonisti africani con una diretta su TikTok e un concerto su Facebook

Il dipinto di Piero di Cosimo

Il dipinto di Piero di Cosimo

Firenze, 2 luglio 2020 - Debutta agli Uffizi il progetto  “Black Presence”,  con dipinti del museo che rendono omaggio  a protagonisti africani, e che  documentano la presenza culturale di quel continente nella coscienza dell’Europa del Rinascimento. L’iniziata parte il 4 luglio, proprio nella ricorrenza della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, con una diretta su TikTok e un concerto su Facebook

I dipinti del museo con protagonisti africani vengono raccontati in compagnia di Justin Randolph Thompson, fondatore del Black History Month Florence, e del polistrumentista del Burkina Faso Gabin Dabirè.

Ogni sabato video per “capire la storia ma anche il nostro presente”, spiega il direttore Eike Schmidt. Ciò è possibile perchè nelle Gallerie degli Uffizi, tra i quadri rinascimentali e barocchi, batte anche un cuore africano. Insieme alla Venere di Botticelli, alla Medusa di Caravaggio, al Tondo Doni di Michelangelo e a tanti altri capolavori, il celebre museo fiorentino accoglie infatti un nucleo di opere nelle quali un ruolo centrale è affidato a personaggi “black”, storici, biblici o mitologici.

Ci sono i ritratti dei re dell’Abissinia e dell’Etiopia realizzati nel Cinquecento da Cristofano dell’Altissimo su commissione di Cosimo I de’ Medici, per una serie di dipinti dedicati a uomini illustri del tempo; l’Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer, dove uno dei tre re ha tratti inequivocabilmente africani; l’episodio mitologico con Perseo che libera Andromeda - definito da Giorgio Vasari il migliore dipinto di Piero di Cosimo - in cui compare, in primo piano, una musicista dalla pelle nera e i capelli ricci; il trio di popolani immortalato dal fiammingo Justus Suttermans nella “Madonna ‘Domenica delle Cascine’, la Cecca di Pratolino e Pietro Moro”, e molte altre opere ancora. Ed è proprio dall’esigenza di andare a riscoprire gli elementi artistici della cultura nera disseminati nella collezione degli Uffizi che è nato il progetto “Black Presence”. 

Al suo centro, video e dirette sui social delle Gallerie: attraverso l’esplorazione tematica di un gruppo di nove dipinti con protagonisti africani, si illustra e contestualizza la presenza sociale e culturale di quel continente nella coscienza dell’Europa del Rinascimento, testimoniando il fecondissimo rapporto di scambio che già allora aveva luogo tra queste due aree del pianeta.

Al contempo, si offrono spunti di riflessione nel dibattito sui temi razziali che anima la cronaca e la discussione politica attuale. Così, il 4 luglio  su Tik Tok, dalle 20, Justin Randolph Thompson, direttore e cofondatore del Black History Month Florence, festival dedicato alla cultura nera organizzato annualmente a Firenze, in una passeggiata tra i corridoi e le sale del museo racconterà le opere, soffermandosi anche sulle istanze di uguaglianza razziale tornate di recente alla ribalta. A seguire, su Facebook, dalle 21, sempre in diretta dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, il polistrumentista del Burkina Faso Gabin Dabirè si esibirà in un concerto con strumenti tradizionali africani davanti al Perseo che libera Andromeda di Piero di Cosimo. A completare l’evento Black Presence sarà una serie di otto video pubblicati ogni sabato su facebook a partire dal 4 luglio, dove Thompson illustrerà nel dettaglio ciascun dipinto della rassegna social.

Il direttore Eike Schmidt: “Gli Uffizi non sono una ‘turris eburnea’ dell’arte e anzi nelle loro collezioni comprendono i grandi temi della contemporaneità: attraverso l’arte il museo può raccontare la grande storia del passato e fa vivere le opere nel presente. I capolavori infatti parlano una lingua universale che aiuta non solo a capire meglio il loro tempo, ma anche il futuro che intendiamo costruire”.

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