Quelle possibilità legate a 'Il ragazzo inglese'

Torna Arcieri, l'alter ego di Leonardo Gori nella Storia

La copertina de 'Il ragazzo inglese' di Leonardo Gori

La copertina de 'Il ragazzo inglese' di Leonardo Gori

Firenze, 16 luglio 2020 - Ma possibile che tutto era diventato estremo in quella che era ormai un'amicizia durata tutta la vita? O meglio, che tutto nelle sue amicizie era dettato in qualche modo da ciò che era estremo, teso. Ora che aveva quasi settantanni e i gradi gli lievitavano per il lavoro svolto e anche per una sorta di moto di inerzia, il colonnello Arcieri guardava alla vita con un altro trasporto, cercando di vincere il disincanto che poteva prendergli la mano e renderlo improvvisamente vecchio. Vecchio, non per età. Non era quello il problema. Non per età, ma per il peso della Storia e della deriva che potevano prendere le storie di chi aveva conosciuto e, soprattutto, di coloro a cui si sentiva legato. E lo disse alla sua Marie: "Oggi non verrò alla trattoria, dai ragazzi. Ti prego, pensaci tu". "È un mistero anche questo?", disse lei ridendo. Arcieri asciugò l'eloquio di impronta militare e le disse con franchezza: "No, ma col tuo permesso, vorrei per una volta invitare Nanette a fare una gita e portarla a pranzo, così, solo per il solo piacere di farle sentire che ha un amico... vero. Vorrei darle per una volta uno spazio di normalità. Mi accorgo che non abbiamo avuto un momento d'amicizia senza che fosse determinato da situazioni comunque straordinarie, estreme. E oggi mi dispiace” Si accorse di avere chiesto il permesso. E pensare che aveva fatto così solo col suo Comandante. Percepì di essere arrossito. Marie sorrise. "E Daniele?" "Di me si fida. Ma in ogni caso, potremo invitare anche lui in via dei Bardi, non appena si sarà ripreso". "Dove andrete con Nanette?" "In Valdisieve, c'è un ristorante sul fiume, prima di Rufina". "D'acord..." Ripensava a quella frase che aveva detto pochi giorni prima a Nanette, sua collaboratrice per anni e anni nei servizi segreti e da sempre innamorata di lui: “Non ti ho mai amato nel modo che avresti desiderato, ma ti voglio bene. E a questa età, comincio a capire che l'affetto è molto più importante della passione. Dura più a lungo”. La mattinata stava ancora avanti, Nanette dormiva ancora nell'improvvisata stanza degli ospiti, e Arcieri si mise alla scrivania per scrivere "certi appunti" su una vicenda di circa 30 anni prima, della.primavera del 40, alla vigilia della sciagurata entrata in guerra dell'Italia a fianco dei nazisti. Appunti finiti chissà come nelle mani di Leonardo Gori circa quarant'anni dopo. Gori li ha “riordinati” nel suo nuovo romanzo 'Il ragazzo inglese', edito da Tea. Arcieri è sulla linea di confine con l'anzianità ma, grazie alla tecnica dei flash back, utilizzata anche ne 'La nave dei vinti', è ritratto sia, a Firenze, nei mesi che precedono il conflitto con la Francia che, a Bologna, nei giorni invernali del '70 mentre cerca di scongiurare un esito tragico a vicende collegate ai colleghi di una vita. Il gusto della complessità nella Storia, anche nella forma del doppio e del triplo gioco, anima la penna dell'autore, la cui narrazione si innerva su un'approfondita conoscenza del contesto in cui maturano gli eventi e delle personalità che avrebbero voluto dare un'altra piega all'Italia “non belligerante”: un mix capace di suscitare un senso di tensione che fa da calamita per ogni pagina. E' Gori, in gran forma. Michele Brancale

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