Il celebre Vaso François in mostra al museo archeologico / VIDEO / FOTO

Il nuovo allestimeno di alcune sale sono dedicate a importanti opere dell'antichità tra queste: il Sarcofago delle Amazzoni e i Bronzetti greco-romani

Museo Archeologico Nazionale, Vaso François

Museo Archeologico Nazionale, Vaso François

Firenze, 6 aprile 2018 - Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze presenta il nuovo l'allestimeno di alcune sale dedicate a importanti opere dell'antichità. In primo piano il celebre Vaso François, il Sarcofago delle Amazzoni e i Bronzetti greco-romani. Il protagonista della scena è prima di tutto lui, il mitico Vaso Francois, un cratere a volute a figure nere di produzione attica, capolavoro della ceramografia arcaica, datato intorno al 570 a.C. Le 270 figure dipinte più le 121 iscrizioni ripercorrono la mitologia classica dall’ira di Achille ai sacrifici per il Minotauro. E’ attorno a questo capolavoro, firmato dal fabbricante ateniese Ergotimos e dal pittore Kleitas, che il Museo Archeologico di Piazza Santissima Annunziata ha riorganizzato una sala intera al secondo piano, con foto retroilluminate e postazioni computerizzate per scorrere e ingrandire le immagini e approfondire i miti, la storia, lo stile e le tecniche dell’opera. Si potrà così scoprire quale fu il fascino che il Rex Vasorum (il Re dei Vasi) esercitò sugli aristocratici etruschi della potente città di Chiusi, che tra il 565 e il 550 a.C. lo acquistarono e lo posero in una grande tomba a sette camere.

Per la prima volta, inoltre, sono esposti accanto al grande cratere di Ergotimos e Kleitias due vasi figurati (della bottega del pittore Lydos) che solo recenti ricerche d’archivio hanno individuato come possibili elementi del corredo funerario di cui il Vaso François faceva parte. Uno di essi raffigura il Giudizio di Paride sulla bellezza delle tre dee Era, Atena e Afrodite, mito all’origine della Guerra di Troia che va a completare il ciclo mitologico della saga, integrandolo così con la parte iniziale della storia. La storia del “François” è straordinaria come il vaso stesso. Il cratere fu rinvenuto in frammenti nella necropoli etrusca di “Fonte Rotella” a Chiusi nel 1844 e 1845, dall’archeologo Alessandro François. A Firenze il cratere fu ricostruito, acquisito ed esposto al Museo archeologico. Ma il 9 settembre 1900, il vaso fu distrutto volontariamente da un custode del museo che lo disintegrò in 638 pezzi.

Nonostantè ciò è stato mirabilmente ricomposto. Ma oltre al Vaso François, fra le novità del Maf c’è il riallestimento della sala del Sarcofago delle Amazzoni, esempio unico al mondo di sepolcro di marmo dipinto (350 a.C.), destinato a una aristocratica dama di Tarquinia.

Ora protetto da un moderno dispositivo ad allarme sonoro, è stato anch’esso dotato di un nuovo apparato didascalico e didattico in doppia lingua, chiaro e comprensibile a tutti, che illustra le scene figurate e traduce le iscrizioni incise sulla sua superficie, spiegando anche il motivo per cui sono doppie. Anche in questo caso, due postazioni informatiche offrono ai visitatori la possibilità di scorrere le immagini e di avere approfondimenti (sia in italiano che in inglese) sulle raffigurazioni, la scoperta, lo stile, le pitture e i loro colori, le scene e i miti raffigurati. Un importante settore che si aggiunge ai capolavori già esposti nella Sezione delle Collezioni, negli splendidi ambienti realizzati all’epoca di Pietro Leopoldo di Toscana, è costituito dalle nuove sale allestite da G. Carlotta Cianferoni e dedicate ai Bronzetti grecoromani. Tre ambienti e undici vetrine che accolgono 180 pregiatissime statuette di bronzo, sia originali greci che copie di età romana, un tempo parti della grande collezione mediceolorenese e in parte restaurate e integrate da artigiani e artisti della loro corte (tra i quali Benvenuto Cellini).

Ad esse si accompagnano ritratti di tragediografi, poeti e filosofi greci e parti di grandi statue in bronzo, nonché, a completamento dell’esposizione, statue in marmo e oreficerie che permettono un confronto tra quanto raffigurato su alcune opere in bronzo e gli oggetti reali. Ieri la presentazione del nuovo assetto museale, realizzato col contributi della Fondazione Friends of Florence attraverso i mecanati americani Laura and Jack Winchester. All’inaugurazione degli allestimenti - curati dall’architetto Chiara Fornari e realizzati dalla ditta Machina - sono intervenuti il direttore del Polo Museale della Toscana Stefano Casciu, i direttore dell’Archeologico Mario Iozzo, la curatrice della sezione etrusca Carlotta Cianferoni, la presidente dei Friends of Florence Simonetta Brandolini d’Adda e Alessandro e Antonietta François, eredi dell’archeologo a cui si deve il ritrovamento del vaso.

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