Un filo di lana per capire la vita. Il libro di Loretta Napoleoni

Loretta Napoleoni presenta a Firenze il suo libro: nota economista, racconta il conforto del lavoro a maglia

Loretta Napoleoni

Loretta Napoleoni

Firenze, 21 gennaio 2020 - Alla fine, potrebbe essere un sottile filo di lana a salvare il mondo. Di quanta vita possa passare – e sia passata – attraverso il silenzioso ma tenace sferruzzare delle donne lo spiega egregiamente Loretta Napoleoni, nel suo ultimo libro che non a caso si intitola "Sul filo di lana", edito da Mondadori, che sarà presentato domenica prossima alle 17.30 alla libreria Libraccio di via Cerretani.

Economista, sociologa e consulente di governi, la Napoleoni ci ha abituato a volumi di ben altro argomento, quali "Economia canaglia" e "Mercanti di uomini. Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo", in cui si raccontano i feroci meccanismi che spesso stanno dietro all’economia, pulita e non. Stavolta invece si raggomitola la storia partendo da 6000 anni avanti Cristo, per arrivare ai contemporanei “ bombing“ e “urban knittering“, veri e propri gridi di protesta pacifici contro ogni diseguaglianza e gli aspetti più deleteri della globalizzazione.

Perché un libro sul lavoro a maglia? "Forse perché avevo bisogno di essere confortata, di sentirmi amata come lo sono stata da mia nonna che mi ha insegnato lavorare a maglia, attività che per me è stata davvero terapeutica in un momento buio della mia vita".

Nel suo libro si scopre che il lavoro a maglia corre parallelo alla storia dell’uomo, anzi della donna... "Sì, vale per le pioniere d’America e per le tricoteuses che sferruzzavano davanti alle ghigliottine della Rivoluzione Francese. Oppure per le nostre nonne che facevano i calzini per i soldati della Grande Guerra. O ancora le spie-magliaie che durante la Seconda Guerra nascondevano i codici segreti per gli Alleati nella trama dei loro lavori".

La maglia è anche metafora di vicende personali. "Come le brave magliaie, ognuno di noi quando fa un errore dovrebbe avere il coraggio di tornare indietro e disfare, altrimenti il difetto resta e si vede".

Il capo più bello che ha fatto? "Un maglione a jacquard per un mio fidanzato di Bologna di lana alpaca. Bellissimo!"

E ora cosa sta sferruzzando? "Un cardigan a strisce colorato, ripreso da un famoso stilista".

A chi non sa lavorare a maglia? "Consiglio di andare in uno dei tanti luoghi dove si insegna, a cominciare dalle librerie. E’ facilissimo e terapeutico, più dello yoga".

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