Firenze, 6 novembre 2021 - Costrette a casa dal lockdown, due amiche iniziano a scriversi tramite e-mail e, da quello scambio epistolare, nasce una nuova scoperta di loro stesse. È un romanzo da leggere tutto d’un fiato quello scritto a quattro mani da Laura Torrisi e da Sara Gazzini. Attrice e volto noto della tv la prima, scrittrice e voce radiofonica la seconda. Principalmente, due amiche. Il volume, "P.S. Scrivimi sempre" (Edizioni Mondadori), è stato presentato alla libreria Campus, che si trova al Polo di Scienze sociali di Novoli. L’incontro è stato moderato da Leonardo Canestrelli, speaker di Radio Toscana e Radio Firenze.
“Un anno fa, in zona rossa, non potevamo praticamente fare nulla - dice Gazzini -. Essendo impossibilitate a vederci, abbiamo iniziato uno scambio epistolare che, col tempo, è diventato così interessante che abbiamo deciso di ricavarne un libro. Ci siamo infatti rese conto che gli argomenti affrontati erano tantissimi”.
Laura e Sara riversano nelle loro e-mail emozioni, paure, sogni. Traspaiono la stanchezza di certe giornate uggiose, gli amori finiti e quelli con la ‘a’ maiuscola, le difficoltà delle mamme, ma soprattutto la forza delle donne, la voglia di ripartire, di amare soprattutto se stesse e di rendere indelebili le proprie emozioni, affinché arrivino poi anche a chi magari non ha avuto il coraggio di raccontare lo stesso ‘sentire’ neppure a se stesso.
“Durante il lockdown ho riscoperto le cose semplici della vita: dal fare il pane al senso di un abbraccio da lontano da parte delle persone che ti vogliono bene - dice Torrisi -. Ho avuto la grande fortuna di poter disporre di un giardino e questo mi ha aiutato moltissimo a respirare nei tanti momenti di apnea, non solo metaforica. Scrivendo, poi, abbiamo scoperto parti di noi che non conoscevamo. È stato bello, entusiasmante”. Tra le situazioni più difficili per una mamma durante il lockdown, senza dubbio la Dad. “Ci siamo dovuti reinventare per amore dei propri figli - dice Torrisi -. Non è stato semplice ma non potevamo far altro che quello. Nessuno di noi era pronto ad una pandemia. Ma ce l’abbiamo fatta”.
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