Firenze, 12 settembre 2021 - Lo sguardo mariano viene spesso colto con sufficienza oppure si sta a prenderne atto semplicemente come una cosa che c'è, piaccia o meno: e questo è già un passo avanti. La Firenze antica vi aveva radicato in modo geniale la sua architettura, con la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove il centro è per l'appunto il fiore, cioè Gesù, ma accolto e custodito nelle mani di una donna che guarda a un Dio che rovescia i potenti dai troni, gli stessi che umiliano da secoli le donne, e innalza gli umili.
Non tutto sappiamo della vita di Maria. Giuliano Ladolfi, ne 'La notte oscura di Maria', edito da Puntoacapo con prefazione di Giulio Greco e postfazione di Ivan Fedeli, ha provato a immaginare il suo sabato santo, il giorno dopo la morte del figlio, cercando di cogliere domande e rappresentando suggestioni in 43 liriche che risultano particolarmente efficaci quando tocca alcuni aspetti della quotidianità: “Lo sguardo, lo rivedo, mi distrusse / intimamente, quando lo trovammo / fanciullo là a Gerusalemme. / Ancora si sarebbe allontanato? / mi chiedevo soffocando il sorriso / che mi saliva sulle labbra, / quando lo sentivo cantare sul lavoro”. La resurrezione, evento centrale per i credenti, in quel momento era inimmaginabile per quanto annunciata. E Maria sente i sonagli dei potenti che sono tornati a sottolineare la loro presenza apparentemente vincente: “Perché a ma comparve il messaggero? / La gloria di Israele / forse avrebbe dovuto splendere / a Roma o lungo / gli atri regali di Gerusalemme. / … i potenti sono tornati sui troni”. Ma, nota Fedeli, “è la donna Maria a vincere, nella sua solitudine fragile, consapevole della sua essenza umana. Eppure così orgogliosa, piegata mai doma”.
Michele Brancale
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