Jeff Koons e "Shine", l'arte che risplende e abbaglia

A Palazzo Strozzi si apre la mostra dell'artista statunitense con una trentina delle sue opere più iconiche che ripercorrono i 40 anni della sua carriera

Jeff Koons nel cortile di Palazzo Strozzi davanti a una sua opera

Jeff Koons nel cortile di Palazzo Strozzi davanti a una sua opera

Firenze, 30 settembre 2021 - Così lucente da abbagliare. Così splendente da non sembrare vero. Da non poter distinguere l’essere dall’apparire. Gioca proprio sull’ambiguità “Shine“, lucentezza, la mostra delle opere di Jeff Koons che apre il 2 ottobre a Palazzo Strozzi (fino al 30 gennaio), e che riunisce più di una trentina di opere iconiche dell’artista americano, tra i più pagati al mondo, lungo i quarant’anni della sua carriera. Ad accogliere il pubblico nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi, il mega Balloon Monkey (Blu), lucentissimo, alto sei metri e pesante più di cinque tonnellate.

«Mi considero davvero fortunato, grazie all’arte la mia vita si è trasformata in meglio – ha detto  Koons, a Firenze per presentare i suoi lavori –. Ed è stato un vero sogno lavorare per la messa a punto di questa mostra a Firenze. Per me il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte».

Realizzata a stretto contatto con l’artista, la mostra è curata da Arturo Galansino e Joachim Pissarro. Tra le opere selezionate, numerose delle sue celebri sculture in metallo perfettamente lucido che replicano oggetti di lusso, come il Baccarat Crystal Set (1986) o gli iconici giocattoli gonfiabili quali i celebri Rabbit (1986) e Balloon Dog (Red) (1994-2000), fino alla re-interpretazione di personaggi della cultura pop come Hulk (Tubas) (2004-2018), o alla re-invenzione dell’idea di ready-made con l’utilizzo di oggetti di uso comune come One Ball Total Equilibrium Tank.

Grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, i lavori di Koons sono entrati nell’immaginario collettivo. «Portiamo a Firenze una selezione delle più celebri opere di un artista che, dalla metà degli anni Settanta a oggi, ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale - hanno spiegato i curatori – . Jeff Koons insiste spesso sulla dimensione umana del suo ruolo di artista. In effetti, colpisce e influenza l’umanità, noi tutti, nella diversità di ciascuno. C’è qualcosa di immediatamente coinvolgente nel suo lavoro, che parla in profondità. Tuttavia, la sua opera è tutt’altro che facile. L’impatto è diretto e potente, ma i livelli di significato, le complessità e la ricchezza del suo lavoro sono inesauribili».

A salutare l’artista americano è intervenuta ieri anche la Console degli Stati Uniti Ragini Gupta, oltre al presidente della Fondazione Palazzo Strozzi, Giuseppe Morbidelli, il sindaco Dario Nardella e l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi, il presidente della Regione Eugenio Giani e il presidente della Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori. «La città si è ormai aperta ai linguaggi contemporanei – ha detto il sindaco Nardella – scrollandosi di dosso i complessi di inferiorità rispetto al proprio passato».  

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