Immacolata Concezione: Vuccirìa Teatro tra sacro e profano

Nudi in scena per dare forza a un racconto di poesia, teatro e tradizione che ingrandisce la storia di un microcosmo siciliano fatto di omertà violenza, presunzione e carnalità

Un momento dello spettacolo dell'Immacolata Concezione

Un momento dello spettacolo dell'Immacolata Concezione

Firenze, 20 novembre 2022 - La Sicilia ancora protagonista al Teatro di Rifredi dopo Pupo di zucchero  firmato da Emma Dante, tocca a Immacolata concezione del realista Vuccirìa Teatro, scritto e diretto da Joele Anastasi, nato da un’idea di Federica Carruba Toscano, che veste anche i (pochi) panni di Concetta, la protagonista che entra in scena totalmente nuda.

Trattasi di uno spettacolo intenso, verista, realista  e di grande poesia, rodato dal 2018 – che ha vinto diversi premi tra questi i Teatri del Sacro - che ha girato l'Italia con grande successo anche perchè  sta tra  performance, teatro e tradizione, che evoca la storia di un microcosmo siciliano fatto di omertà, violenza e presunzione, ma anche di quell’autenticità tipica della carnalità isola. Di sottofondo tutto il mormorio pettegolo di una realtà bigotta e superficiale, che riesce però ad affondare  l’intimità di ogni personaggio. Ai momenti corali, che più di tutti contribuiscono all’incalzare del ritmo della storia, si alternano le confessioni di ognuno rivolte al pubblico, segnando le pause della narrazione.

Sicilia nel 1940, paese non identificato. Concetta, ragazza silenziosa e innocente, viene barattata dal padre con una capra incinta e affidata a Donna Anna, tenutaria del bordello del paese. Ben presto la fama della nuova arrivata raggiunge tutto il paese, ma nessuno sa di preciso quali piaceri regali agli uomini per farli impazzire così tanto.  L’ambientazione, calata in un clima di prepotenza patriarcale di uomini che si contendono il potere perché non conoscono sentimento più nobile dell’autocelebrazione, contribuisce a far emergere la purezza della figura di Concetta. Estranea alla realtà che la circonda , In qualche modo è la storia di una moderna Santa, di una figura emblematica, che appare sacra, mentre le sue attenzioni carnali sono di pubblico dominio. Crede che fare l’amore significhi fare la barba o giocare a un due tre stella, o offrire il petto per le lacrime e in fondo, offre loro quel che non trovano in nessun altro.

E allora si  trasforma così in oracolo da venerare, su cui piangere, pregare e ridere, mentre la sua verginale sensualità la protegge dal mondo esterno, isolandola da tutto il resto. Nella giostra del desiderio è lei il perno, la pedana girevole al centro del palcoscenico. I ruoli sociali si liquefanno tra le quattro pareti di una stanza, per poi solidificarsi ancora una volta, appena fuori da lì. Ma è anche una storia che dimostra che quando si ha il coraggio di mostrare le crepe dell’animo, tutte le cicatrici diventano l’opera d’arte più bella. Immacolata Concezione è da non perdere:  drammaturgia e regia Joele Anastasi: sul palco Federica Carruba Toscano, Alessandro Lui, Enrico Sortino, Joele Anastasi, Ivano Picciallo.

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