"Il regno della purezza" di Han Yuchen

Il tetto del mondo nelle Sale Fabiani

Firenze, 26 agosto 2019 - Di altro tenore rispetto alla Street Art, ma non meno importante per originalità e contenuti è stata la mostra "Han Yuchen. Il regno della purezza" che, curata da Cristina Acidini e ospitata nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, ha raccontato l’opera pittorica del cinese Yuchen, su idea di Xiuzhong Zhang, Presidente della Zhong Art International. La selezione delle opere di Yuchen presso Palazzo Medici Riccardi presenta tele eseguite mediante pittura a olio e incentrate su un unico tema: la regione autonoma del Xizang, cioè “Zang occidentale”, ovvero il cosiddetto Tetto del mondo, il Tibet, regno incontaminato e popolato d’esistenze innocenti che emerge nei suoi quadri sotto forma di sguardi smarriti di gente comune, paesaggi malinconici e deserti, animali dalle sagome soffuse: “I tibetani sono gente modesta e tenace - racconta l’artista che è peraltro deputato al Congresso Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare Cinese - I loro occhi sono pieni di gentilezza… La bellezza del Tibet sta proprio nella sua gente che vive felicemente e in maniera pacifica, ma in maniera intensa e passionale. La loro felicita` mi commuove, per cui attraverso la mia arte cerco di portare quella gioia ad altre persone”. Negli anni della globalizzazione registriamo come la Cina e i suoi artisti abbiano sviluppato la capacità di far dialogare l'originalità delle loro tradizioni culturali con quelle degli altri Paesi. “E' un dialogo intercontinentale – osserva Nardella nel catalogo, edito da Mandragora - che i mezzi di comunicazione e i viaggi hanno reso più fluido e imponente. Si tratta di un'imponenza non gridata, ma costruita attraverso una serie di fiumi carsici che hanno condotto creatività ed espressività dall'Asia all'Europa ed emergono anche nelle opere di Han Yuchen che le espone in Palazzo Medici Riccardi. La sobrietà del bugnato e il rigore classico espressivo dell'arte di Michelozzo accolgono le opere di un artista che mostra grande senso di partecipazione e rispetto verso i soggetti da lui ritratti”. Tutto è come percorso “da un senso di luce e trasparenza che accompagna persone e monaci – e questo mi pare un tratto particolarmente originale di Han Yuchen – nella preghiera ('Flusso rosso', 'Bandiere di preghiera', 'La speranza') e nel lavoro. E' ritratta gente laboriosa (particolarmente espressiva la 'Lavandaia Azhen'), dedita soprattutto alla pastorizia, che condivide anche momenti di festa (i bambini che ridono in 'Lancio dell'anello') o che affronta la durezza della stagione invernale senza smarrire l'innocenza. Yuchen nelle sue opere riesce a far coincidere realtà e messaggio”.
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