Gabriele Corcos, il cuoco showman di Fiesole fa impazzire gli Usa in televisione

Il racconto di come ha conquistato gli americani. E la sua voglia di tornare "a casa"

Gabriele Corcos (credits: Jessica Hills)

Gabriele Corcos (credits: Jessica Hills)

Firenze, 19 maggio 2017 - Appassionato, poliedrico, vulcanico. E' in questi tre aggettivi che si può sintetizzare la presentazione di Gabriele Corcos, il fiorentino con un cognome di origine spagnola, che è riuscito a conquistare gli Usa, grazie alla cucina toscana. Nato a Firenze 44 anni fa, figlio di un medico e di una professoressa, ha vissuto a Fiesole fino al 2002, quando si è trasferito a Los Angeles per amore. Oggi risiede a New York con la moglie, l'attrice Debi Mazar e le due figlie Evelyn e Giulia di 15 e 11 anni.

Studi in medicina interrotti e una sfrenata passione per la musica, negli States Gabriele è oggi un volto noto della tv al quale Wikipedia dedica un'intera pagina definendolo "un cuoco italiano, imprenditore e personaggio televisivo". E' insomma il classico italiano che è riuscito a far fortuna all'estero. Ma quando pronuncia la parola "casa" si riferisce sempre alla sua abitazione di Fiesole. Nel suo racconto Gabriele è una mitraglia, incontenibile nel suo entusiasmo. Sul suo profilo Facebook, scrive di sè: "Best selling author del The New York Times, destinatario del premio James Beard Award, cuoco, padre e motociclista della Ducati". Ed è davvero così.

In pochi anni è riuscito ad essere tutto questo, con le sue sole forze e con il sostegno della moglie. Quando parla di lei infatti si illumina, le riconosce un posto fondamentale nella sua vita e qualità di donna "intelligente e tosta, innamorata dell'Italia e di Firenze e orgogliosa di aver sposato un italiano". E insieme hanno realizzato il progetto di esportare la Toscana negli Usa.

"Dopo aver frequentato il il liceo scientifico a Firenze, anche se con scarso profitto perché non sono mai stato uno studente brillante, decisi di iscrivermi all'Accademia Militare e frequentare qui il corso di studi in medicina (in realtà il mio era più un espediente per avere uno stipendio). Al quarto anno e con una trentina di esami già fatti, ho cominciato a vedere i miei amici, prossimi alla laurea, che venivano mandati in missione in Kosovo, Somalia, Iraq, cosa che presto sarebbe toccata anche a me. Di fronte a questo non ce l'ho davvero fatta: sono andato in lacrime da mio padre, ho venduto la mia preziosa Ducati e sono scappato in Brasile dove sono diventato un batterista professionista. Nell'estate del 2001, l'anno in cui producevo un disco a Firenze ho incontrato Deborah che era in Europa in tour con Madonna. E' stato amore a prima vista, tanto che dopo un mese ho deciso di trasferirmi a Los Angeles con lei, lasciando la mia famiglia. Insomma in meno di un anno ci siamo conosciuti, innamorati, sposati e aspettavamo già la nostra prima bambina. E quella che a tutti appariva come l'avventura di un'estate...è diventata invece una bella famiglia allietata dalla nascita di due bambine ". La prima "fuga" da casa è stata quindi quella per inseguire la musica. La seconda per amore. E poi come si è trovato a fare ricette toscane in Tv? "Tutto è iniziato da una delusione. All'epoca abitavo a Los Angeles, una città dove le possibilità di far decollare la mia carriera musicale erano pari a zero. Così quando nacque la mia prima bambina, essendo disoccupato, decisi di fare il "babbo casalingo", con mia moglie che lavorava e portava i soldi a casa: la classica situazione da uomo frustrato. E invece pensai di ricavarne qualcosa di buono. Fra una pappa e l'altra, mi misi a scrivere una sorta di lettera d'amore a mia figlia, per lasciarle tutte le ricette tipiche che mi venivano in mente, infarcite di storie e racconti della mia terra di origine. Ne uscì un manoscritto ma il mercato dell'editoria non era ancora pronto per recepire un libro scritto da un uomo nelle vesti di "babbo a tempo pieno". In quel periodo negli Stati Uniti stava invece iniziando a guadagnare visibilità YouTube e di cibo si parlava poco. Inoltre a Los Angeles il cibo italiano è di pessima qualità, salvo spendere un sacco di soldi. Ecco com'è nata l'idea di trasformare un libro di ricette in un cooking show online durante il quale, con mia moglie nel suo ruolo di attrice, prepariamo i piatti della tradizione toscana. E' la famiglia la vera forza del nostro progetto".

E' stato il debutto di Extra Virgin? "All'inizio si chiamava "Under the tuscan gun": una web serie di cui io scrivevo la musica, i filmati, facevo l'editing e caricavo il tutto sul sito internet sempre costruito da me. Man mano il successo dello show cresceva e quando nel 2010 Food Network ha lanciato il proprio canale televisivo negli Stati Uniti, Cooking Channel, ci hanno chiamati per essere la loro prima serie originale: è nato così Extra Virgin". E in seguito è arrivato anche il libro. "Si intitola "Extra Virgin: Recipes & Love from Our Tuscan" e contiene ben 120 ricette della tradizione toscana e di ispirazione toscana. E' uscito nel 2014 ed è subito entrato nella lista dei best seller del The New York Times". C'è qualche riferimento all'olio extravergine di oliva toscano nel nome dello show?

"Assolutamente si. Sono cresciuto in una fattoria a Fiesole con vigne e ulivi, dove mio nonno produceva e vendeva al pubblico olio e vino e che, dopo la sua morte, è stata data in gestione. Gli ingredienti sani e naturali sono alla base dell'alimentazione che voglio in primis per me e per la mia famiglia". Come è nata la passione per i piatti della tradizione toscana? "Diciamo che sono un autodidatta. A casa mia (a Fiesole, ndr) quando la domenica mattina ti svegliavi, sentivi già il profumo della pentola sul fuoco e vedevi la nonna intenta a cucinare. Spesso la nostra casa era frequentata da contadini, da cacciatori, mogli dei cacciatori e alla fine si parlava sempre di cibo. E poi quale italiano non è in grado di cucinare due spaghetti? Per cui, dopo la batosta presa in ambito musicale a Los Angeles, rispolverare le ricette e le storie che queste portano dentro, è stato un modo per reinventarmi per sentire meno la mancanza di casa e per continuare a far vivere quel patrimonio fatto di sapori autentici e genuini. Ovviamente, quando questo è diventato il mio mestiere ho voluto perfezionarmi e, durante la mia permanenza a Los Angeles, ho trascorso alcuni anni a lavorare nelle cucine di chef del calibro di Gino Angelini dell'omonima Osteria Angelini e di Mark Peel del Campanile Restaurant". Le ricette toscane hanno fatto subito breccia nel cuore degli americani? "Non ho mai puntato sulla ricetta, quanto sulla semplicità di come mangiamo in Toscana. Se per gli americani il successo di un piatto è misurato in termini di quantità di ingredienti più che sulla qualità, io ho dimostrato loro che si può apprezzare una squisita aglio, olio e peperoncino. Gli stessi autori dello show all'inizio erano scettici visionando le mie ricette composte da pochissimi ingredienti, ma sono riuscito a farli ricredere". La sua sensibilità sul tema dell'alimentazione l'ha portata ad aderire a reti di banche alimentari quali Feeding America e Food Bank. "Non solo. Alcuni anni fa ho partecipato con la mia famiglia a una campagna di consapevolezza sul cibo "Live Under the Line Challenge" che consisteva nel vivere per una settimana con un dollaro e cinquanta centesimi a testa al giorno, che è il reddito di una famiglia statunitense sotto la soglia di povertà. Ho dimostrato che facendo il pane e la pasta in casa e acquistando gli ingredienti giusti, si può riuscire a mangiare bene con poco ed evitando gli sprechi. Riconosco però che non tutti hanno il tempo e la capacità di farlo e spesso ripiegare sui fast food è una scelta forzata dalla condizione economica". Invece il suo piatto preferito qual è? "Senza dubbio la bistecca alla fiorentina: alta cinque centimetri, distrutta dal fuoco fuori e cruda dentro. La compro due tre volte all'anno, una delle quali per il mio compleanno e la uso, al posto della torta, per metterci sopra le candeline". Ci dica qualche sua curiosità e passione... "La passione sicuramente per la moto Ducati, di cui mi sono dovuto disfare per pagarmi il viaggio in Brasile ma che, appena possibile ho ricomprato (oggi ne ho 4). Curiosità...le mie figlie, seppur americane al 100%, mi chiamano babbo". E il negozio "The Tuscan Gun, officine alimentari"? Il nome è tutto un programma... "The Tuscan Gun è nato nel 2015 a Brooklyn come naturale evoluzione rispetto a quello che stavo già facendo. Tre anni prima ero arrivato a New York, in un momento in cui il mio show stava andando bene e aveva ottenuto un paio di premi importanti (successivamente anche il prestigioso James Beard Award). Si tratta di un ristorante assolutamente sui generis dove la cucina funziona per metà del giorno, colazione e pranzo, mentre per la restante parte della giornata il negozio diventa il mio ufficio dove faccio meeting e cene con clienti, giornalisti, enologi, importatori. E i miei dipendenti mi aiutano in tutto. La particolarità è che nessuno di loro viene dal mondo della ristorazione: ho un trombettista, un web designer e un grafic designer. Siamo una sorta di gruppo rock and roll che offre al pubblico un mix fra buona tavola e divertimento. Il mio concetto di ristorante è ben lontano dallo stereotipo del luogo in cui ordini, mangi e dopo te ne vai. Io voglio raccontare la storia del piatto che ho preparato, perché questo mi aiuta a mantenermi in contatto con il mio essere toscano e amante della terra fiorentina". E The Tuscan Gun è una fucina culinaria made in tuscany, che sforna piatti tipici del granducato. Sul sito internet si leggono infatti nomi familiari e volutamente lasciati in italiano, quali, tanto per citarne alcuni "porchetta" "espresso" "spaghetti al pomodoro" e "insalata di farro". Per non parlare delle ricette presenti, ben 139, che vanno dai finocchi gratinati al pane fresco, dalla pasta al sugo finto al castagnaccio. Da pochi giorni il suo show è sbarcato anche in Italia... "Food Network è adesso visibile sul canale 33 del digitale terrestre, sono contento perché così anche mia nonna Lola - spesso rammentata nel mio show - potrà vedermi. Ho un unico appunto: mi hanno fatto doppiare quando avrei potuto essere io a doppiare me stesso". Ci sono altre novità nel breve termine?  "Essendo diventato abbastanza noto negli Stati Uniti (ride, raccontando di come la gente lo riconosca ovunque soprattutto dalla voce, ndr) sto cercando di dare un'evoluzione al mio personaggio, ad esempio adesso, pur essendo estremamente grato alla cultura storica del cibo toscano, sto scrivendo ricette originali. Molte volte mi chiedo chi me lo fa fare di vivere in un luogo tutto cemento e vetro, ma quando mi guardo indietro mi dico: "guarda cosa hai fatto dal nulla!". E allora capisco che mollare non sarebbe saggio. Non ora che ho in ponte tanti progetti: un altro libro, una linea di pentole che venderemo in televisione, la mia società di catering e l'apertura di un fondo internazionale per l'acquisizione di compagnie italiane e per aiutarle a sviluppare, qui negli Stati Uniti, dal marketing, alla distribuzione, alla logistica. Tutto mettendo a frutto la mia esperienza personale". Cosa vede Gabriele Corcos nel suo futuro? "Il mio desiderio, condiviso con mia moglie, è quello di tornare a Fiesole, dove c'è la mia casa e dove abbiamo rinnovato le promesse matrimoniali. Fino ad ora purtroppo, tutti i tentativi fatti per cercare di sviluppare qualcosa nel mio Paese, non hanno prodotto i risultati sperati. Mi auguro che il fatto di andare in onda su un canale televisivo italiano, possa aprirmi un varco per costruire qualcosa di solido. Sarebbe una "buona scusa" per far ritorno a casa". E c'è un'immagine sulla quale Gabriele vuol chiudere la sua intervista, quasi come se fosse il lieto fine di un film. "Il sogno è quello di aprire un albergo in campagna, con il ciuchino, la moto in garage, la moglie contenta e le bambine che mi vengono a trovare in estate. Mi sento di appartenere alla Toscana, non a New York".  

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