"Firenze ferita e il ponte Santa Trinita" nel racconto di Maria Fossi e Paola Barocchi

Si apre giovedì 20 dicembre, a Palazzo Davanzati, una mostra nata dall'amicizia di due ragazze e dall'amore per Firenze

Paola Barocchi e Maria Fossi

Paola Barocchi e Maria Fossi

Firenze, 19 dicembre 2018 - Si apre giovedì 20 dicembre alle 16.30 a Palazzo Davanzati (in via Porta Rossa 13 a Firenze) una mostra particolare e affascinante che nasce dall'amicizia tra due ragazze in tempo di guerra (un'amicizia di quelle che durano tutta la vita), dal loro amore per l'arte e per Firenze. Si tratta di "Firenze ferita e il ponte Santa Trinita nel diario di Maria Fossi e negli scatti di Paola Barocchi". Una mostra che resterà aperta fino al 17 febbraio prossimo (e che si accompagna a un libro)  che ripropone le memorie di  Maria Fossi Todorow  sui giorni drammatici del 1944 e le foto (alcune inedite) di Paola Barocchi.  La scelta del  Museo di Palazzo Davanzati, come sede della mostra, è particolarmente significativa, come vedremo più avanti.

Un evento a cura di Donata Levi, Alessia Cecconi, Martina Nastasi, con la collaborazione di Daniele Rapino su iniziativa della Fondazione Memofonte, accolta e supportata dai Musei del Bargello. La mostra e il libro scaturiscono proprio dal ritrovamento delle fotografie tra le carte di Paola Barocchi "e dalla volontà di rendere omaggio a due donne, a due storiche dell’arte, a due fiorentine, proponendo un nuovo momento d’incontro nel quale i loro sguardi sempre attenti raccontano la Firenze che attraversa la drammaticità della distruzione e la fatica della ricostruzione", come spiegano gli organizzatori.

L’esposizione, così come il libro, è divisa in due sezioni. La prima è dedicata al "Diario dell’emergenza" che Maria Fossi scrive fra la fine del luglio e l’agosto del 1944, pubblicato per la prima volta dalla stessa Barocchi con i tipi della sua S.P.E.S. nel 2004. "Le pagine del Diario sono accompagnate da fotografie che ne danno una lettura figurativa", spiegano i curatori. Pagine sospese tra l'angoscia di quei giorni drammatici per Firenze e per l'Italia e la speranza di una ragazza che ha davanti a sé tutta la vita.

L’altra, invece, si sposta sulla ricostruzione di quel ponte diventato il simbolo di una "Firenze ferita, molto ferita, che ha vissuto nei calcinacci per molti anni": tra l’estate del 1956 e la primavera del 1957 Paola Barocchi vive la "vicenda del ponte Santa Trinita giorno per giorno e addirittura fotografandolo una volta alla settimana perlomeno", non per dovere di cronaca ma per cogliere l’occasione di «vedere ricostruire un monumento del passato con la tecnica del tempo, non la tecnica contemporanea", con la certezza che le istituzioni in questo modo hanno compreso fino in fondo "la voce della città".

Compagne di classe al liceo Galileo, Paola e Maria si laureano entrambe nel 1949, l’una sul Rosso Fiorentino, l’altra sui disegni di Pisanello: condividono il corso degli studi, coltivando l'amore per l'arte e per Firenze e un'amicizia profonda che, come detto, sarà inossidabile per tutta la loro vita.

Il tutto, al di là delle loro strade professionali: mentre Paola avvia la sua carriera universitaria che da Firenze la porterà a Lecce e poi nel 1969 alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Maria inizia a lavorare al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, per poi aprire la sezione didattica museale (1970)  e assumere anche la direzione del Museo Davanzati nel 1972. Ecco perché la scelta della sede della mostra appare particolarmente felice.

In occasione dell'inaugurazione della mostra, sarà presentato un volume, con lo stesso titolo della mostra e curato da Alessia Cecconi e Martina Nastasi. Il libro viene pubblicato con marchio S.P.E.S. – ora di proprietà della Fondazione Memofonte –, la storica casa editrice fondata nel 1974 dalla famiglia Barocchi, che ha cessato l’attività nel 2016. Un saggio di Alessia Cecconi inserisce il Diario nel contesto storico di quegli anni, mentre le fotografie inedite sono accompagnate da un saggio di Tomaso Montanari.

 

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