CATERINA CECCUTI
Cultura e spettacoli

Firenze Capitale 2025: summit nel Salone dei Cinquecento

Sabato mattina a Palazzo Vecchio l’evento riunirà voci internazionali di impresa, cultura e finanza per ridisegnare il significato di lusso, identità e pricing power

Eugenio Giani (foto Germogli)

Eugenio Giani (foto Germogli)

Firenze, 2 giugno 2025 - Firenze torna ad affermarsi «non solo come luogo, ma come condizione», teatro di un passaggio che intreccia strategia, cultura, finanza e materia. Sabato pomeriggio, dalle 15.30 alle 19.30, il summit “Firenze Capitale 2025” accoglierà imprenditori, designer, economisti, artigiani e pensatori nel cuore simbolico della città, il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, con la sindaca Sara Funaro e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. L’iniziativa - concepita dai co-fondatori Marco Gianni, Daniel Langer, Maurizio Mancianti e Syed Raza sotto l’egida di “The Italian Mind: A One Off” - parte da una premessa netta: «Il brand, in questa prospettiva, non è un esercizio di comunicazione – commenta Mancianti -, ma un dispositivo di coerenza». Qui il lusso abbandona l’accumulo per diventare «silenzio abitato», un’architettura di significati che allinea ciò che si è, ciò che si fa e ciò che si promette. Il programma, moderato dal professor Daniel Langer, attraversa tre ore di dialogo serrato. Dopo l’apertura di Maurizio Mancianti e Marco Gianni e i saluti istituzionali, interverranno in presenza o in video i patron internazionali Syed Raza, Douglas Holt, Ron Baker e Rory Sutherland, figure che «hanno contribuito in modo decisivo alla nostra riflessione collettiva» e dimostrato come la visione parta da Firenze per risuonare oltre i confini nazionali. La prima sessione “Il Cuore Italiano del Sistema” mette in dialogo nomi emblematici dell’eccellenza produttiva – da Daniele Livi (FIAM Italia) a Gianfranco Paghera – per mostrare come artigianalità, sostenibilità e radicamento culturale possano generare un nuovo modello economico dove «il senso viene prima del profitto, la reputazione prima della performance». Seguirà una tavola rotonda internazionale con esperti di luxury strategy, finanza evoluta e cybersecurity, chiamati a un confronto sulla “nuova architettura del valore”. Accanto ai contenuti teorici nasce il Premio Firenze Capitale; non un semplice trofeo, ma «un rosone», atto scultoreo creato da Fiam Italia, Paghera, Progetto Arte Poli e il Maestro Penco non da esibire, ma da custodire, ispirato all’abside di Santa Croce come segno di passaggio per chi ha trasformato l’identità in impatto culturale. La finanza, nelle parole del manifesto, non misurerà soltanto, ma coltiverà bellezza come asset strategico, «accogliendo la complessità come leva trasformativa». È la stessa logica che spinge a «lasciare gli strumenti – drop your tools – non per perdersi, ma per vedere davvero» e distinguere ciò che è rilevante da ciò che è soltanto efficiente. «Questo non è un evento – spiegano gli organizzatori -. È una soglia. Non è celebrazione. È fondazione.» L’attenzione, definita «la nuova moneta del significato», trova in Firenze il luogo per fermarsi, osservare e ridisegnare un futuro guidato non da chi insegue, ma da chi ha il coraggio di definire nuove coordinate di valore e identità.