"Pensieri in musica", omaggio a Carlo Adolfo Schlatter

Si è svolta una giornata dedicata agli scritti filosofici dell’artista teosofo

Alessandra Schlatter promuove la conoscenza l’opera del bisnonno pittore (Dainelli)

Alessandra Schlatter promuove la conoscenza l’opera del bisnonno pittore (Dainelli)

Firenze, 14 dicembre 2021 - Il pittore Carlo Adolfo Schlatter non sapeva quando avrebbero germogliato i semi che spargeva, ma era certo che non sarebbero andati dispersi per sempre. L’artista (Roma 1873 - Firenze 1958) veniva da una famiglia svizzera nota fin dal 1200, era figlio del console generale elvetico in Vaticano e, dopo un rovescio di fortuna familiare dovuto alla breccia di Porta Pia, riparò a Firenze e visse a lungo in viale del Mille. Il suo villino-atelier ora è un museo, grazie alla pronipote Alessandra, “giardiniera” amorevole che della semina dell’illustre bisnonno sta coltivando i frutti.

Con il patrocinio del Comune di Firenze sabato 11 dicembre si è svolta Pensieri in musica, una giornata dedicata agli scritti filosofici dell’artista teosofo, un uomo singolare che amò eternamente la moglie Emma, girava in sandali anche d’inverno, andava al Cimitero degli Inglesi tutti i giorni a visitare la tomba del padre e, nel quartiere, al tempo quasi in campagna, veniva chiamato il filosofo. Cinque appuntamenti, dalle 10 alle 21,30, con la partecipazione dell’Associazione Teatrale Kultroses 659, degli allievi della Scuola di Musica di Fiesole e dei chitarristi Federico Piccioli ed Ester Faccin.

A Ganesh Del Vescovo, chitarra, e Alessandro Calonaci, voce recitante, è stata affidata la conclusione prestigiosa e commovente. Alla luce delle candele, circondati dai quadri di Schlatter, pressoché tutti conservati in quel luogo perché, per desiderio dell’artista non dovevano essere venduti, gli spettatori hanno ascoltato immobili e silenziosi come se Del Vescovo e Calonaci porgessero l’essenza della vita di Schlatter. Calonaci, entrato in scena da una porticina, con una lanterna in mano per ricordare che il pittore, come Diogene, cercava l’uomo, ha recitato alcuni brani di Schlatter che nel testamento chiese agli eredi di non disperdere l’opera sua per ragioni pecuniarie: “Ma voi dovete considerarne solo il valore morale e conservarla con cura per essere mostrata a chi possa ricavarne un vantaggio spirituale”.

Del Vescovo ha suonato musiche di Miguel Liobet, Francisco Tarrega, Federico Moreno Torroba e la sua composizione Tre reminiscenze. Affascinato dalla figura Schlatter, dal suo modo di vivere la pittura, lo spirituale chitarrista ha detto di provare un totale senso di appartenenza e di aver letto di rado scritti così assoluti sull’Arte. Il finale con i ringraziamenti di Alessandra Schlatter: “Sento sempre il mio bisnonno con me, ma stasera più che mai”. Eh, sì, Carlo Adolfo Schlatter, i semi che lanciasti non sono smarriti.

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