Firenze, 17 luglio 2019 - Anche l'Accademia della Crusca, la secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire la purezza della lingua italiana di Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, rende omaggio ad Andrea Camilleri. E lo fa sui social network proprio riconoscendo l'originalità linguistica dell'opera del creatore del commissario Montalbano.
Su Twitter, la Crusca riporta una frase dello scrittore sulla lingua accompagnata dalla sua fotografia: "Mi capita di usare parole dialettali che esprimono compiutamente, rotondamente, come un sasso, quello che io volevo dire, e non trovo l'equivalente nella lingua italiana. Non è solo una questione di cuore, è anche di testa. Testa e cuore".
Su Facebook, sotto una foto del narratore, appare il titolo "Per Andrea Camilleri" e un articolo a firma dell'accademico Ugo Vignuzzi, in cui si evidenzia che nel successo di Camilleri "la lingua è certo uno dei fattori principali: si tratta, a nostro parere proprio di una scelta linguistica originalissima, variamente definita con le etichette di 'misto', 'ibrido', 'meticciato' (e così via) che mescola variamente italiano, dialetto e forme regionali. Questi diversi componenti, della 'cucina' di Camilleri per di più appaiono al loro interno ulteriormente stratificati e complicati: non solo quindi forme assolutamente locali (dialetto vero e proprio), forme di incontro tra lingua nazionale e usi locali e regionali (dialetto più o meno italianizzato e italiano più o meno regionale), ma pure italiano popolare (soprattutto nella parodica imitazione della lingua dei semicolti), e infine letterarietà più o meno scopertamente esibita (si pensi solo alle non infrequenti clausole ritmico-metriche di cui la prosa camilleriana è non casualmente trapuntata)".
ROSSI - "Andrea Camilleri dobbiamo ringraziarlo per la sua letteratura popolare e colta e per non aver mai fatto mancare la sua voce sulle grandi questioni democratiche e costituzionali del Paese, per non essersi mai distratto. Una lezione che non dimenticheremo". Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ricorda lo scrittore siciliano scomparso oggi a Roma.
BARNI - "Ci mancheranno la sua schiettezza, la sua semplicità, il suo coraggio, il suo impegno civile e politico e le sue storie", commenta la vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Toscana, Monica Barni. "Quelle storie e indagini del commissario di Vigata che dopo il terzo libro Camilleri iniziò a sporcare con la realtà: il G8 di Genova, l'immigrazione, la corruzione sugli appalti pubblici. Camilleri si interrogava sull'Italia – a volte in prima persona, altre mediante il suo alter ego - e rispondeva senza sottrarsi ai temi politici più scottanti. E non poteva essere diversamente – dice Barni – lettura e cultura sono strumenti che ci aiutano ad essere cittadini attivi. E questo il loro compito. Ci mancherà – conclude la vicepresidente della Toscana – anche la sua lingua. Camilleri confessava di usare parole dialettali non trovando a volte l'equivalente nella lingua italiana. Non è solo, diceva, una questione di cuore, ma anche di testa. La lingua e il suo uso sono infatti forme di vita ed anche di questo Camilleri era maestro".
NARDELLA - "Un grande scrittore, narratore dei nostri tempi bizzarri, uomo sensibile e di grande talento, orgoglio per tutta l'Italia. Ciao maestro Camilleri, che la terra ti sia lieve". Lo scrive su Twitter il sindaco di Firenze, Dario Nardella.
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