Firenze, 5 maggio 2011 - Sarebbe un falso la 'Visione di Ezechiele', un capolavoro di Raffaello esposto a Palazzo Pitti. Lo rivela il settimanale L'Espresso nel numero in edicola domani. Il quadro, appartenuto a principi e re, viene celebrato in cataloghi e mostre come un capolavoro di raffaelllo.

La scoperta è stata fatta da uno studioso veneziano, Roberto De Feo, che anni fa ha ritrovato un dipinto identico - ma piu' bello - rispuntato dopo secoli nella quadreria privata di un collezionista italiano.  Roberto De Feo, nato a Pordenone e residente a Venezia, 47 anni, ricercatore all'università di Udine, è 'primo allievo' di Vittorio Sgarbi, ha studiato per tre anni il 'caso' e la storia di questa ricerca viene rivelata dall'Espresso in esclusiva.

La vicenda ha inizio nel 2008 quando lo studioso veneziano riceve una strana telefonata: lo avvertono che in una collezione privata vicino a Ferrara, di cui nessuno sapeva, c'è un Raffaello identico a quello di Palazzo Pitti e chi l'ha visto dice che è addirittura più bello di quello esposto a Palazzo Pitti. Quanto basta per scatenare un nuovo caso di clamoroso falso: qual è la copia, quale l'originale, o sono entrambe copie di un originale perduto?

Difende l'autenticità del dipinto Alessandro Cecchi, direttore della Galleria Palatina (il museo di Palazzo Pitti dov'è conservato il quadro). ''Ma quale falso! - dice all'Ansa - Questo quadro è di una qualità' altissima che nessuno si è mai permesso di mettere in discussione per secoli e inoltre ha una storia collezionistica documentatissima, fin dalla committenza della famiglia Ercolani di Bologna a Raffaello, al dono che gli stessi Ercolani ne fecero al granduca Francesco I de' Medici, ad un inventario del 1589. E anche Giorgio Vasari già nella prima stesura delle sue storie a meta' 500 parla di questo dipinto noto agli studiosi di più secoli''.