Firenze, 17 maggio 2010 - Una società in corsa perenne, una generazione dietro l’altra condannate a un’accelerazione continua. Ma per andare dove e per conquistare che cosa? Si interrogano su questo gli artisti in mostra al Centro di cultura contemporanea Strozzina di Firenze (CCCS), nel nuovo appuntamento curato da Franziska Nori, in corso fino al 18 luglio. Dieci artisti internazionali che affrontano il concetto del tempo e della velocità all’interno di quella che viene definita la «high speed society» e che rappresenta ormai sempre più spesso il nostro modello di vita, caratterizzato da rapidità di comunicazione e nuove tecnologie. «As Soon as possible. L’accelerazione nella società contemporanea», è infatti il titolo dell’esposizione, che propone un percorso tra video, sculture e installazioni realizzate da artisti italiani, tedeschi, israeliani, statunitensi e olandesi. Si passa così dall’installazione del tedesco Julius Popp che visualizza attraverso la caduta ritmata di gocce d’acqua la parola in quel momento più ricercata sul web, al video di Mark Formanek, anche lui tedesco, dove 70 operai costruiscono una sorta di orologio vivente, che minuto dopo minuto per 24 ore segnano lo scorrere del tempo attraverso lo spostamento delle assi che compongono i numeri delle ore.

 

Oppure Marzia Migliora, che riprende una citazione di Marco Pantani e su un tappedo dal disegno di un manto stradale scrive: “Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia», un frammento di monologo interiore che ricorda le difficoltà di una vita spinta al massimo. Una ricorsa continua come nell’opera di Michael Sailstorfer, tedesco, che racconta l’assurdità di un’esistenza in costante accelerazione attraverso la metafora di una ruota attaccata al muro e sospesa da terra, destinata a girare a vuoto. «Il tempo non è un’autostrada», è il titolo della sua opera, a ricordare che se l’autostrada, appunto, serve per andare più velocemente da un punto a un altro, la nostra rincorsa invece non è altro che un girare a vuoto per restare fermi nello stesso posto.

 

Iperrealismo e dimensione onirica si fondono invece il lavoro di Reynold Reynolds, statunitense, col suo video dal titolo Secret Life, composto da due filmati proiettati sui due lati di uno schermo sospeso. Da una parte scorrono le immagini di una donna che in atteggiamenti quasi animaleschi mangia della frutta e si rotola sopra verdura in decomposizione; dall’altro la macchina inquadra alberi e fiori, mostrando a ritmo accelerato la crescita delle piante altrimenti non percettibile a occhio umano. E’ una specie di teatro dell’assurdo quello inscenato dall’israeliana Tami Ben-Tor col suo parlare a ripetizione davanti alla telecamera, dando vita a personaggi steoripati e produttori di banalità: parlare, parlare, parlare, è il senso del dvd, senza ormai considerare più il significato di quello che le parole dicono. L’importante è essere veloci. Veloce al punto che l’installazione dell’olandese Marnix de Nijs dal titolo Accelerator diventa una specie di videogioco, attraverso il quale indagare gli effetti della tecnologia sulle percezioni sensoriali e corporee.

 

A scombinare la convenzione del tempo diviso in giorni di 24 ore arriva il tedesco Fiete Stolte che ha accorciato la giornata per ottenerne una in più alla settimana. Dorme e sta sveglio su un arco temporale di 21 ore arrivando così a concepire il titolo della sua opera Sleep 8 nights a week, composta da una serie di scatti fotografici effettuati durante il 'suo' giorno a scandire le variazioni della luce. E sempre dalla Germania arriva Jens Risch che realizza i suoi lavori annodando all’infinito un filo sottile lungo un chilometro, che piano piano acquista una sua forma e plasticità. Infine Arcangelo Sassolino con la sua installazione Dilatazione pneumatica di una forza viva: una bottiglia all’interno di una gabbia di vetro antiproittile viene riempita di azoto fino alla sua saturazione con la conseguente esplosione della bottiglia. E il bello è che lo spettatore non sa quando ciò accadrà.

 

«Le opere degli artisti selezionati per “As Soon As Possible. L’accelerazione nella società contemporanea” sono espressioni sintomatiche di questa condizione del mondo presente — spiega Franziska Nori nel suo saggio in catalogo —, facendo emergere diverse modalità di affrontare le tematiche del tempo, della velocità, dell’accelerazione o di una controreazione a tutto ciò. La mostra crea pertanto un percorso capace di coinvolgere gli spettatori in esperienze spazio-temporali che evidenziano le contraddizioni della nostra società iperveloce».
Nell’ambito delle collaborazioni portate avanti dal CCCS con le istituzioni presenti sul territorio toscano, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Firenze ha partecipato alla mostra “As Soon As Possible” con la realizzazione di un progetto che segna l’inizio del percorso espositivo, visualizzando la tematica dell’accelerazione tramite diverse formule audio-visive.
Fino al 18 ottobre.