Zeffirelli e i suoi Jack Russell. Un amore durato tutta la vita

Commovente lo sguardo triste dei suoi cani accanto alla bara

Franco Zeffirelli con uno dei suoi amatissimi cani

Franco Zeffirelli con uno dei suoi amatissimi cani

Firenze, 24 giugno 2019 -  Era noto l’amore che Franco Zeffirelli, uomo di grandissima sensibilità oltre che di enorme cultura, aveva per gli animali. Un amore che lo ha accompagnato per tutta la sua vita, fino al momento in cui, lo scorso 15 giugno, ha dovuto dire addio a questo mondo. Il maestro, nato a Firenze il 12 febbraio 1923, era attaccatissimo ai suoi due cani, due Jack Russell che erano con lui da tredici anni.

E sono commoventi le parole che ha detto a ‘La Nazione’ uno dei due figli del regista, Pippo, dopo la scomparsa del maestro: «Ha sempre avuto la passione per i cani. Nei primi anni Ottanta ha scoperto i Jack Russell, capaci di dare tanto affetto. Da allora è stato un continuo susseguirsi di Jack Russell. I due che aveva ora sono una coppia presa tredici anni fa: hanno dormito sempre con lui. Per lui erano una sicurezza, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita: ogni tanto allungava una mano per sentire se erano accanto a lui e questo gli dava tranquillità».

L’amore di Zeffirelli per i suoi cani era ampiamente ricambiato: nella sua villa sull’Appia antica a Roma i suoi due adorati cani sono stati sempre con lui nel letto dal quale non si è potuto muovere negli ultimi dieci giorni di vita. E quando la bara con il corpo di Zeffirelli è stata esposta in salotto, i cani sono rimasti vicino a lui. Avevano uno sguardo triste, sembrava che piangessero. «Cercheremo di dar loro lo stesso amore che gli dava mio padre». ha detto Pippo. Ma il vuoto che ha lasciato Zeffirelli, non solo nel mondo del cinema e dell’arte ma anche nel cuore dei suoi cani, non sarà facilmente colmabile.

L’impegno di Zeffirelli nei confronti degli animali negli anni si è concretizzato in molti modi: nel 2010 aderì al Movimento “La coscienza degli animali”, lanciato da Michela Vittoria Brambilla e da Umberto Veronesi. Per ricordarlo, il Movimento ha ripubblicato il testo del suo intervento alla prima giornata nazionale del Movimento.

Ecco  alcune frasi significative. «Ho sempre amato gli animali, che sono entrati nella mia vita fin da quando ero piccolo. Uno dei miei primi amici è stato Picci, il fox terrier di mia zia Lide. Quando ero bambino, stavamo sempre insieme, giocavamo per ore. Una volta, avendolo io disturbato nel sonno, mi saltò addosso e mi ferì il labbro, lasciandomi una cicatrice di un paio di centimetri, visibile ancora oggi. Mia zia, da cui imparai l’amore per gli animali, volle che facessimo subito pace: ci mise a dormire insieme e in poco tempo fummo di nuovo inseparabili. Mi ricordo ancora il dolore che provai quando, qualche anno dopo, mi lasciò. Amando così tanto gli animali, non potevo non renderli protagonisti anche delle mie opere. La scena più bella che a mio parere abbia mai girato ha per protagonista proprio un animale, ed è in “Fratello sole, sorella luna”. Francesco è a letto, nella sua stanza, e si sta riprendendo dalla malattia. Sente dalla finestra un cinguettio. Tende l’orecchio, osserva. Quando, all’improvviso, vede un uccellino posarsi sul pavimento della sua stanza, Francesco si alza e, passo dopo passo, lentamente, cerca di avvicinarsi, gli tende la mano. Quasi un corteggiamento tra un innamorato e un’innamorata. L’uccellino esce dalla stanza e lui lo segue sul tetto. Una scena girata a San Gimignano, che mi commuove ancora oggi. Quanta dolcezza, amore, voglia di vivere e di rialzarci dopo le sofferenze e le sconfitte possono trasmetterci gli animali! Francesco l’aveva capito bene. Vorrei tanto che anche noi ce lo ricordassimo più spesso».

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