Zazzeri derubato di tutti i ricordi di Tokyo "Ridatemeli, sono pronto a pagare il riscatto"

La disavventura del nuotatore fiorentino: saccheggiata l’auto mentre festeggia alla Rari Nantes. Salva la medaglia d’argento

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di Niccolò Casalsoli

FIRENZE

Rientro amaro nella sua Firenze per Lorenzo Zazzeri. Il nuotatore di Coverciano, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo nella staffetta 4x100 maschile, si è visto derubare di tutti i ricordi raccolti nel corso dell’esperienza ai Giochi Olimpici. I ladri, entrati in azione ieri intorno all’ora di pranzo mentre Zazzeri si trovava a Bellariva per i festeggiamenti in suo onore organizzati dalla Rari Nantes Florentia, hanno spaccato il finestrino posteriore della sua 500 L parcheggiata nei pressi della piscina e hanno sottratto il borsone della nazionale olimpica dentro al quale il nuotatore aveva racchiuso tutti gli oggetti raccolti nelle settimane vissute in Giappone. Fra questi ricordi per fortuna non c’era la medaglia d’argento vinta il 26 luglio che Zazzeri si era portato con sé per mostrarla a compagni, allenatori e amici della Rari.

"Sono davvero amareggiato – dice Zazzeri al telefono poco prima di fare la denuncia –. Mi sento ancora addosso la felicità per l’argento alle Olimpiadi, ma questo rientro nella mia Firenze è stato davvero brutto. Non è possibile che in una città come Firenze, nel bel mezzo del giorno, si spacchi una macchina e si venga derubati così, senza che nessuno veda niente. Faccio un appello ai ladri: restituitemi i ricordi dell’Olimpiade e l’iPad dove stavo montando un vlog sul dietro le quinte dei Giochi. Ci tengo tantissimo: sono disposto anche a pagare un riscatto per riavere tutto questo". Riavvolgendo il nastro della prima giornata di Zazzeri a Firenze post Olimpiadi, si passa dal bagno di folla a Santa Maria Novella all’amarezza di Bellariva. Un vortice di emozioni che Lorenzo si sarebbe risparmiato, almeno nella seconda parte. Rientrato lunedì sera a Roma, Zazzeri ieri è partito in treno per tornare a Firenze. Troppo forte la voglia di riabbracciare la sua gente, nella sua città. L’arrivo in treno alla stazione centrale e un’accoglienza favolosa per un fiorentino capace di prendersi un argento alle Olimpiadi.

Sorrisi, abbracci, interviste e flash dei fotografi. Dopo un’ora abbondante, la comitiva Zazzeri, che comprende anche il babbo Giuliano e la mamma Donatella, si sposta a Bellariva, dove la Rari Nantes Florentia, società nella quale Zazzeri è cresciuto e sbocciato, ha organizzato una festa e un pranzo. Ci sono gli amici di sempre, il presidente della Rari Andrea Pieri, il direttore tecnico Fabrizio Verniani, l’allenatore di Zazzeri, Paolo Palchetti. L’entrata a Bellariva avviene poco prima delle una. Il pranzo dura un’ora e mezzo, minuto più minuto meno. La famiglia Zazzeri esce da Bellariva e, dopo gli ultimi saluti, ecco la pessima sorpresa: la Fiat ha un vetro spaccato. Sui sedili posteriori non c’è più il borsone olimpico che Zazzeri, anche durante il viaggio in aereo da Tokyo, ha sempre tenuto con sé come bagaglio a mano. Zazzeri cerca subito l’iPad.

Dentro al tablet infatti c’è un video-progetto, un montaggio da finire con le immagini del dietro le quinte delle Olimpiadi. Un vlog voluto anche da altri due nuotatori azzurri, Matteo Restivo e Filippo Megli. "Per favore fatemi riavere quell’iPad con quel progetto video - sottolinea Zazzeri con voce davvero triste -. Vorrei riavere i miei ricordi delle Olimpiadi. Non mi interessa dei soldi, del telefono serie limitata che ci avevano regalato e di tutti i beni materiali. Ripeto, sono disposto anche a pagare per riavere quel borsone. Riportatelo alla piscina Bellariva".

All’appello di Zazzeri, si unisce anche quello del presidente della Rari, Andrea Pieri: "Sono davvero dispiaciuto per quello che è successo a Lorenzo - commenta Pieri -. Abbiamo passato una mattinata bellissima, finendo in bellezza con una piccola festa a Bellariva. Poi all’uscita siamo rimasti di stucco di fronte a quel vetro spaccato. Spero che Lorenzo possa ritrovare i i ricordi di Tokyo. Chi ha fatto tutto questo spero che riporti quel borsone".

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