Virus nelle Rsa, troppi silenzi

Contagiato un ospite su quattro Screening e indagini a tappeto

Silenzi, omissioni. E controlli mancati. Le residenze sanitarie assistenziali per anziani e disabili rappresentano il vulnus del sistema. Una ferita aperta che colpisce proprio la porzione di popolazione più fragile ed esposta al rischio contagio, all’effetto catena di trasmissione del virus – se non prontamente isolata – e alle peggiori conseguenze che la malattia può causare.

Dai tamponi effettuati nelle strutture fra il 29 marzo e il primo aprile, risulta che un ospite su quattro è stato contagiato. Dati che fanno suonare un nuovo campanello d’allarme. Ma che suggeriscono di procedere spediti sulla strada tracciata.

Ricevuto il rapporto dei responsabili dei dipartimenti di Prevenzione delle Asl, in alcuni casi sconcertanti, per le carenze di comunicazione di casi positivi, il governatore toscano Enrico Rossi ha immediatamente disposto che i circa 13mila ospiti delle residenze vengano subito sottoposti allo screening sierologico, al fine di accertare, poi, attraverso il tampone, eventuali casi di positività.

La mancata comunicazione dei casi può innescare una bomba, trasformarsi in una tragedia.

Infatti le persone positive, a seconda del loro stato di salute devono essere ricoverate in ospedale o sottoposte a isolamento, se prive di sintomi o con manifestazioni leggere. Così come in quarantena entrano le intere case di riposo se si verifica anche un solo caso di positività.

Proprio dall’allarme scattato dalla mancata segnalazione dei ricoveri e del personale in malattia da parte dei direttori sanitari delle strutture, il presidente della Regione Rossi ha fatto partire accurate indagini da parte delle Asl.

Ma delle oltre 300 strutture presenti in Toscana, solamente 42 sono gestite direttamente dalle Asl, tutte le altre sono in mano ai privati, alle cooperative, ai Comuni o altri enti pubblici o del terzo settore. Ma chi controlla le strutture se i responsabili interni non danno comunicazione della situazione interna? Le indagini degli uffici di igiene sono servite per scoperchiare un sistema che non funziona.

I focolai epidemici dentro le case di riposo sono l’elemento che maggiormente preoccupa in questo momento. Tanto che proprio dai controlli effettuati nelle scorse ore sono emersi nuovi e molti casi di positività. Quello che si temeva, insomma, sta succedendo: dei 406 casi positivi registrati ieri in tutta la Toscana, 115 sono emersi all’interno delle Rsa. Un dato che fa risalire la curva del contagio dopo due giorni di significativa flessione.

Complessivamente, tra il 29 marzo e il primo aprile, sono stati fatti 4.873 tamponi all’interno delle Rsa, di cui 667 (509 fra gli ospiti e 158 fra gli operatori) sono risultati positivi al Covid: una media di 165 al giorno. Nell’Asl Toscana centro, che comprende il territorio fiorentino, su 1.065 tamponi: 255 positivi. (203 ospiti e 52 operatori).

Insomma, il 25% degli ospiti nelle Rsa che sono stati sottoposti a tampone risulta positivo al coronavirus, una percentuale altissima. Più del doppio rispetto alla totalità dei tamponi effettuati. Segno evidente che qualcosa non ha funzionato, come rilevato nei rapporti dei responsabili della Prevenzione consegnati al governatore Rossi, e che lo screening a tappeto è la soluzione per salvare gli anziani delle case di riposo.

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