Vino, il Chianti Colli Fiorentini sempre più amato negli USA

Anche nell'anno del Covid gli Stati Uniti restano il mercato più strategico per la Docg fiorentina

Vino Chianti Colli Fiorentini (credits: Monica Larner)

Vino Chianti Colli Fiorentini (credits: Monica Larner)

Firenze, 30 dicembre 2020 - "Vini di grande valore, ben identificativi del sangiovese toscano e particolarmente gastronomici". E' uno dei giudizi, più che positivi, espressi da Monica Larner, una delle più influenti wine writer al mondo, nei confronti dei vini della denominazione Chianti Colli Fiorentini. La critica americana, responsabile per l’Italia delle degustazioni del sito robertparker.com, fondato dal guru mondiale della critica enologica, Robert Parker, ha preso in esame un campione rappresentativo di vini della denominazione, esprimendo punteggi medi di ottimo valore, con cinque etichette che hanno ottenuto dai 90 centesimi in su, posizionandosi dunque nella fascia degli assaggi giudicati “eccezionali”. “Siamo molto contenti della fotografia che emerge nel reportage di Monica Larner - commenta Marco Ferretti, presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini -.“Al di là dei singoli punteggi ottenuti, che mostrano l’ottimo livello medio ormai raggiunto dai vini della nostra denominazione, piace constatare come siano emersi alcuni dei tratti comuni che identificano un areale particolarmente variegato, come il nostro, di cui fanno parte ben 18 Comuni. Le delicate ed eleganti note che caratterizzano i nostri vini insieme alla grande struttura, nonché la loro predilezione a sposare la tavola, grazie alle loro doti di ottima freschezza e bevibilità, sono sicuramente aspetti ben evidenziati nello speciale wine writer". Una bella notizia, dunque, per un vino profondamente legato alla città di Firenze e che lo rappresenta in giro per il mondo essendo esportato in molti Paesi. “La vocazione all’export del Chianti Colli Fiorentini - prosegue Ferretti - è una caratteristica non secondaria: fino al 2019 più della metà della produzione della denominazione venivano esportati all’estero, in particolare negli USA, il paese più importante con circa il 40% del vino esportato”. "Il 2020, purtroppo, - prosegue - è stato, come sappiamo, un anno particolarmente complicato, ma nonostante questo il nostro vino continua ad essere apprezzato negli Stati Uniti". L’amore degli statunitensi per il vino che si identifica con la città di Firenze, non è solo testimoniato dell’export ma anche del numero di turisti che ogni anno, in situazioni di normalità, si sono sempre recati nel capoluogo toscano. “In un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, - conclude Ferretti - che ha di fatto bloccato il turismo straniero nel nostro Paese, colpendo duramente città turistiche e amate in tutto il mondo come Firenze, sapere che i nostri vini continuino ad attirare attenzioni e interesse è certamente di buon auspicio. Il potere evocativo che il vino riesce a trasmettere farà venire ancor più voglia di tornare in Italia e a Firenze quando l’emergenza, si spera presto, rientrerà”. Ilaria Biancalani

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