Villa Mondeggi I fondi europei ultima speranza

Giovanni

Morandi

Scusate, ma perché dovremmo rallegrarci nell’apprendere che la villa di Mondeggi, il suo bosco, il suo giardino, la sua tenuta rimarranno di proprietà pubblica? La domanda non è capziosa ma nasce da un’esperienza assai deludente che va avanti da quarant’anni, ovvero da quando è cominciata la sistematica distruzione di questo bene alle porte di Firenze, comune di Bagno a Ripoli, di cui l’unica cosa che si è capito è che doveva rimanere in mano pubblica per motivi politici. Ma nessuno ha fatto nulla per fermarne il declino da quando nel ‘64, salvo errori, passò alla Provincia. La prima volta che vi entrai negli anni ’70 la ricordo come una casa borghese, ben tenuta e che aveva la calda atmosfera di essere abitata. La Provincia annunciò che sarebbe diventato un centro congressi. Tra l’annuncio e l’abbandono dell’idea forse trascorsero 22 secondi e mezzo. Infatti tutto andò a rotoli perché nulla fu fatto. Tanto per dirne una. All’ingresso del viale c’erano le statue di due magnifici molossi, simboli di potere e di difesa. Un giorno passò un mezzo e ne distrusse uno. Nulla, spazzarono i cocci e fine. Non solo. Il boschetto era impreziosito di statue ispirate alla mitologia, davvero belle. In poco tempo quelle che non venivano rubate, diventavano bersagli dei vandali. Normali anche i saccheggi. La Nazione quando se n’accorgeva faceva la sua onesta denuncia con articolo e foto e tutto finiva lì. Per caso qualcuno della Provincia si è degnato di dare una spiegazione? No. Poi crollò un muro di recinzione e cominciarono a cedere i pavimenti. Poi un altro crollo, un altro ancora e il giardino sempre più devastato. Un tempo la villa vendeva prodotti dell’agricoltura, finito anche quello. Venne fatto anche un frantoio, bello, nuovo di zecca, mai usato. Così allegramente, con i soldi dei contribuenti. C’era, c’è ancora, una colonica, un gioiello. Era già pronta, ristrutturata, perfetta, mancavano solo le finestre. Con tanti senzatetto in giro qualcuno ebbe l’ardire di segnalare il caso alla giunta provinciale perché desse quella casa a qualche famiglia bisognosa. Nemmeno una parola di risposta. Non solo incapaci ma anche maleducati. Poi c’è stato qualche tentativo di risanamento, il bosco è stato ben ripulito, è stata verniciata la facciata. Ma la villa è ancora una scatola vuota. Dovremmo rallegrarci perché arriveranno 55 milioni dai fondi europei? Lo faremo quando vedremo che saranno stati ben spesi. La vita rende diffidenti.

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