"La mia vita da incubo con un vicino stalker"

La storia di una donna fra soprusi e minacce

Il delitto a Sesto Fiorentino (Fotocronache Germogli)

Il delitto a Sesto Fiorentino (Fotocronache Germogli)

Firenze, 23 ottobre 2018 - «Il duplice omicidio di Sesto mi ha fatto ripiombare nel terrore. L’incubo è tornato a turbare i miei giorni e le mie notti. Quando ho saputo, mi è si è gelato il sangue. Esistono analogie tra quella tragedia e quanto è accaduto e sta accadendo. Ho paura, ancora e di più, per la nostra incolumità».

Il filtro del telefono non nasconde l’angoscia che sconvolge una giovane donna che vive nel Mugello. Da anni è vittima di uno stalker, un uomo che abita nella porta accanto alla sua. Come a Sesto, dove il dramma si è trasformato in un lago di sangue. Il vicino, nonostante la denuncia presentata, abita ancora lì, e continua a molestare.

Come si vive con un vicino stalker?

«Non è facile farlo comprendere nel profondo. Si vive davvero male. Nell’insicurezza perenne. Non c’è stato sangue, ma ho avuto, e ho, la vita condizionata da quell’uomo. Sono stata obbligata a installare telecamere, microfoni e ad assoldare un investigatore privato per raccogliere prove. Ogni trillo di campanello è una scossa elettrica ai nervi. Ogni squillo di telefono uno spavento. Ogni rumore mi mette in allarme. Sono ammalata di terrore, lo stress continuo causa questo, e scusate se è poco. Senza dire quanti soldi si sono gettati al vento per difendere il diritto di stare tranquilli in casa. E soprattutto...»

Soprattutto?

«Chi mi assicura che un giorno questa persona non perda il controllo e passi alle vie di fatto? All’inizio si pensava che avrebbe smesso, che si trattasse di un condomino litigioso, come tanti ce ne sono. Invece lui si è fatto più forte e ha rincarato sempre più la dose delle sue minacce quotidiane. La denuncia non mi mette al sicuro. Alla luce del mio caso e dell’omicidio di Sesto, voglio dire una cosa chiara ai magistrati, alle forze di polizia, alla gente comune come me: non sottovalutate il vicino che, lucidamente, vi lancia minacce di morte e magari possiede armi. Denunciatelo, proteggetevi. E pregate che basti».

Cosa c'entra la sua vicenda con il duplice omicidio?

«Le similitudini sono inquietanti. Anche lui è armato e questo fa sentire più forte lui e più debole me. Ho già subito minacce di morte. Non vorrei passasse ai fatti. Basta poco, anche perché uomini come lui hanno seri problemi e non è facile prevedere le sue azioni. So che ci sono stati altri casi come il mio. Ma questo non mi tranquillizza di certo».

Perché ha iniziato con le persecuzioni?

«Banali questioni condominiali, cui si è risposto con pacatezza, ma lui non ha mai voluto sentire, e dalle parole è passato ai fatti, a minacce vere e proprie, sono iniziate le molestie, continue, gravi, sempre più pesanti. Voleva spaventare, c’è riuscito».

R. C.

 

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