Via Mariti, un mese dopo. Protesta davanti al cantiere: "Qui deve sorgere un parco"

Un centinaio di partecipanti alla manifestazione dell’Assemblea 16 febbraio. Iniziata la raccolta firme. Sabato prossimo un corteo in memoria delle vittime. .

Via Mariti, un mese dopo. Protesta davanti al cantiere: "Qui deve sorgere un parco"

Via Mariti, un mese dopo. Protesta davanti al cantiere: "Qui deve sorgere un parco"

Un centinaio di persone ieri pomeriggio alla manifestazione indetta da Assemblea 16 febbraio in via Mariti davanti al cantiere a un mese dalla morte di cinque operai nel crollo dell’Esselunga in costruzione. Tra loro diversi residenti del quartiere, ma anche molti esponenti della galassia dell’ultrasinistra. Non una semplice commemorazione ma un incontro pubblico per chiedere che al posto del supermercato si realizzi un giardino intitolato a Mohamed El Farhane, Mohamed Toukabri, Taoufik Haidar, Luigi Coclite e Bouzekri Rahimi, le cinque vittime che portano a 145 i morti sul lavoro del 2024 in Italia. Perciò hanno lanciato una raccolta firme e annunciato un corteo per il 23 marzo alle 15,30 che andrà dall’Esselunga di via di Novoli a quella di via Milanesi. "Non è accettabile che chi governa questa città abbia deciso di continuare come se nulla fosse, arrivando persino a ringraziare Esselunga a poche settimane dalla strage", ha denunciato l’Assemblea in una nota commentando una dichiarazione del sindaco "del 29 febbraio, in cui Nardella ha ringraziato Esselunga per gli interventi sulle opere pubbliche esterne al cantiere". Un atto dovuto, sottolinea al microfono Sandro Targetti del Movimento per la casa, anche verso quegli operai "uccisi dal meccanismo degli appalti e dei subappalti. Adesso questo cantiere è chiuso, ma noi abitanti della zona, persone che subito sono intervenute per condannare questa ennesima strage di lavoratori, abbiamo posto il problema che in questo luogo non deve sorgere un nuovo, ennesimo centro commerciale, ma ci deve essere un giardino pubblico, un luogo di aggregazione (consultori, centri sociali, biblioteche…). Diversi anni fa si era formato un comitato di abitanti che rivendicava questo e non l’ennesima operazione speculativa, magari con qualche aiuola vicino, qualche parcheggio".

Nel corso dell’assemblea anche una riflessione sull’attuale situazione dei diritti dei lavoratori portata da Riccardo Antonini, ex dipendente delle Ferrovie licenziato dopo essersi occupato della Strage di Viareggio. L’ex consigliera Ornella de Zordo, memoria ventennale della vicenda panificio militare, ha ripercorso la tormentata storia dell’area. Presenti da Palazzo Vecchio i consiglieri Spc Bundu e Palagi, che hanno sottolineato come la strage non debba diventare una passerella istituzionale ma siano necessari impegni veri e propri.

C.C.