Cani morti all'Isolotto, via alle indagini. La prima traccia da seguire: il veleno

La stricnina è altamente tossica e non facile da reperire. Potrebbe essere stata impastata nelle esche o sparsa direttamente sul terreno dello spazio verde, dove giocano anche i bambini

Firenze, 6 gennaio 2023 - C’è una denuncia di due pagine alla polizia provinciale, presentata dal veterinario di San Bartolo a Cintoia, David Sacchi, e ora si aggiunge un esame autoptico dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Castelpulci, a dire che un cane che ha frequentato il nuovo parco di via del Cavallaccio, è morto per l’avvelenamento da stricnina. Si aprono dunque le indagini, per capire chi - e perché - abbia avvelenato l’erba, dove giocano anche i bambini, del polmone verde che fa da contorno a zona sportiva e residenziale recente e dall’aspetto rilassato.

Ma evidentemente qui, dove i residenti s’arrabbiano quando gli eventi al nuovo “palaWanny“ rubano posti alle loro auto, qualcuno cova qualcosa.

Le prime mosse di un’indagine, prendono spunto proprio dall’unico elemento oggettivo in possesso degli inquirenti: la stricnina. Un veleno pericolosissimo, letale anche solo per contatto, difficilmente reperibile e di cui è consentita la vendita soltanto a pochissime figure autorizzate.

Dunque, il “serial killer“ dei quattro zampe che sta mietendo vittime dal giorno di Natale in qua e seminando il panico tra i proprietari degli animali non soltanto dell’Isolotto e del vasto Quartiere 4, è in grado di procurarsi questa sostanza. E come l’hanno assunta, gli animali vittime, questa sostanza che nasce in polvere?

Potrebbe essere stata messa in vasetti o bicchierini (è successo in altre zone d’Italia) o impastata in esche o bocconi, ma non ci sono al momento segnalazioni di ritrovamenti di questo tipo nell’area verde al centro dell’indagine.

L’ipotesi, allora, è che la stricnina sia stata sparsa direttamente sul terreno (difficile che ciò sia avvenuto incidentalmente), e che sia stata resa poi invisibile dalle intemperie. Circostanza più inquietante, perché s’impone - come annunciato ieri da Palazzo Vecchio - una bonifica del terreno, considerando che il parco di San Bartolo a Cintoia è principalmente un parco per giocare o passeggiare.

Intanto, il Comune ha precauzionalmente chiuso lo spazio verde a partire dalla giornata di mercoledì e per il momento resta interdetto "onde evitare rischi per l’incolumità degli utenti del parco e degli animali da affezione che lo frequentano", si legge nell’ordinanza firmata dal vicesindaco Alessia Bettini. Le guardie zoofile hanno fatto un sopralluogo. "Abbiamo un cane addestrato per il ritrovamento di bocconi - spiega il capo delle guardie zoofile Alessandro Quercioli -, ma se nel campo c’è la stricnina, è pericoloso sguinzagliarlo".

La stricnina è letale. In pochi minuti è in grado di abbattere un animale anche sano e robusto come lo erano alcuni cani che frequentavano il verde di San Bartolo a Cintoia. L’avrebbero assunta leccando il terrendo, annusando l’erba, oppure anche leccandosi le zampe contaminate.

I sintomi dell’avvelenamento sono pressoché immediati e si presentano sotto forma di convulsioni. Neanche una corsa dal veterinario è bastata a salvare la vita, anche se una lavanda gastrica o la somministrazione di sostanze assorbenti come il carbone vegetale sono l’unico antidoto contro questo tipo di avvelenamento.

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