Il vaccino anticovid sia patrimonio dell’umanità

Il commento

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Firenze, 26 novembre 2020 - Molti si chiedono quando sarà pronto e sicuro il vaccino anti Covid-19, quale la reale efficacia, quali i possibili effetti collaterali. Neppure tutti gli scienziati concordano fra loro, in una gara contro il tempo che accomuna scopi umanitari e interessi economici. Guardiamoci indietro e ricordiamo alcune delle grandi battaglie dell’umanità contro le micidiali malattie infettive. A cominciare dal vaiolo che nella seconda metà del Settecento provocava in Europa decine di migliaia di morti in pochi giorni. La risposta positiva non venne da un laboratorio, ma dallo spirito di osservazione del medico inglese Edward Jenner.

Jenner si avvide che i mungitori di mucche, contagiati dal blando vaiolo dei bovini, risultavano poi immuni alla variante umana, assai più dannosa. Prelevò il siero infetto dalla pustola di un mungitore, lo iniettò in un ragazzo di otto anni (James, il primo vaccinato al mondo, nel 1796), ripeté su altri l’esperimento con identico successo. L’infezione non attecchiva; prese avvio la vaccinazione di massa e molti anni dopo, nel 1980, il vaiolo fu considerato ufficialmente eradicato dalla faccia della Terra. Non era tuttavia facile trovare in natura forme più leggere di una malattia tali da consentire applicazioni sull’uomo.

Ecco allora Luigi Pasteur, inventore della moderna microbiologia, fare ricorso a un agente patogeno la cui virulenza veniva ridimensionata artificialmente in laboratorio, sì da immunizzare l’organismo dagli attacchi del virus. Assai più vicino a noi il successo contro la poliomielite, che colpisce soprattutto i bambini in tenera età, provocandone la paralisi.

Fino al 1955 non si conoscevano rimedi: fu Jonas Salk a sviluppare il primo vaccino e Albert Sabin a diffondere nel mondo quello più noto, con somministrazione orale. È doveroso rendere omaggio a Salk, capace di rinunciare a qualunque guadagno derivante dal prezioso preparato destinato a liberare il genere umano dalla tremenda malattia, rifiutandosi di brevettarlo. Il 12 aprile 1955, dando notizia della fondamentale scoperta, lo scienziato rispose così alla domanda di un giornalista su chi fosse in possesso del brevetto del vaccino: "Le persone, direi. Non c’è un brevetto. Puoi forse brevettare il sole?".

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