Vaccini anticovid: l'81 per cento degli europei li ritiene sicuri

I dati diffusi dalla fondazione Openpolis sulla base dell'indagine Eurobarometer. Il 76% ritiene che i benefici siano maggiori rispetto ai rischi. Solo il 9% è contrario

Vaccini

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Roma, 29 settembre 2021  - La maggioranza dei cittadini europei si fida del vaccino anticovid e si dichiara incline ad accettarlo, ritenendo (nel 76% dei casi) che i benefici siano maggiori rispetto ai rischi. A rivelarlo è un sondaggio di Eurobarometer, realizzato a maggio 2021, sulle opinioni dei cittadini a proposito del vaccino e della strategia usata nella campagna vaccinale a livello nazionale e comunitario.

Complessivamente nell'Unione europea la quota di chi dichiara di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi contro il Covid è piuttosto bassa: il  9% della popolazione totale (il 6% degli italiani). La maggior parte dei cittadini che esitano a vaccinarsi dichiarano di farlo perché il vaccino non è stato, a loro parere, sufficientemente testato (85%) o per paura dei potenziali effetti collaterali (82%), mentre il 60% ritiene che ci sia stato un eccessivo allarmismo sui rischi legati al Covid.

Sempre secondo i dati raccolti dall’Eurobarometer, il 69% della popolazione Ue faceva parte della categoria cosiddetta “high vaccine acceptance“, ovvero l’insieme di coloro che si sono già vaccinati e di quelli che vogliono vaccinarsi “il prima possibile”. E l’81% di loro considera i vaccini anti-Covid sicuri.

Il grado di accettazione non mostra differenze a livello di genere, ma è leggermente influenzato dall’età (tra i cittadini di più di 55 anni, il 6% rifiutano il vaccino, contro il 13% dei giovani tra i 25 e i 39 anni) e, in una certa misura, dalla situazione occupazionale. Il tasso di accettazione scende infatti dal 69% tra gli occupati al 59% tra i disoccupati. Anche tra abitanti dei centri urbani e quelli di campagna vi è un divario. Tra i primi, solo l’8% dichiara di non volersi vaccinare, contro il 13% dei secondi.

L’accettazione, poi, è più alta tra chi ha una buona percezione dei vaccini in generale e tra chi si è precedentemente vaccinato contro altre malattie, in età sia infantile che adulta. Nel gruppo dei più inclini a vaccinarsi, il 92% si erano vaccinati in passato, un dato che scende al 70% tra chi invece dichiara di non volersi vaccinare contro il covid.

Molti europei si mostrano anche favorevoli all’introduzione dell’obbligatorietà vaccinale. Le percentuali in questo caso subiscono delle oscillazioni notevoli. In Portogallo, il 62% dei cittadini si è dichiarato a favore dell'obbligo vaccinale, mentre solo il 31% (la metà) in Bulgaria, il paese caratterizzato dal maggiore scetticismo verso i vaccini anti-Covid. Per quanto riguarda la media europea, questa si attesta al 46%, 26 punti percentuali al di sotto dell'Italia (60%), il secondo paese d'Europa con la quota più elevata di persone favorevoli all'obbligatorietà del vaccino. In tutto sono 9 i paesi Ue in cui più della metà degli abitanti sono favorevoli all'obbligo vaccinale.

Riguardo all’andamento delle campagne vaccinali va detto che, rispetto a quelli occidentali, molti stati dell'Europa orientale sono ancora indietro. Al vertice della classifica ci sono l’Irlanda (90,7% della popolazione vaccinata) Malta (90%) e Portogallo (89%). Al contrario Bulgaria, Romania e Lettonia sono quelli con le quote più basse di persone che hanno concluso il ciclo vaccinale, rispettivamente il 22%, il 33% e il 49%. La Lettonia, in particolare, è secondo i risultati dell'Eurobarometer il paese in cui meno persone dichiarano di considerare i vaccini sicuri perché prodotti in Ue, ed è anche lo stato con la minore quota di cittadini che ritengono che i benefici dei vaccini siano maggiori rispetto ai rischi (54%). 

Va sottolineato tuttavia che la variazione delle quote di persone che hanno completato il ciclo vaccinale chiaramente dipende anche dall’organizzazione della campagna paese per paese e non solo dalle decisioni personali dei cittadini.

Domenico Guarino